
Firenze – “ Era una giornata calda calda, che l’aria avvampava come zeppole appena tolte dall’olio bollente”, si apre così il capitolo dedicato a Lulù, “Il pazzo”, il primo dei sette personaggi che vengono introdotti dall’autore, uno per uno, e che sono i protagonisti di “Appunti di meccanica celeste”, edito da Nutrimenti, secondo e già apprezzato dalla critica romanzo dell’autore italiano Domenico Dara. Nei giorni scorsi a Firenze alla libreria indie Mucho Mojo, l’incontro con il pubblico con la partecipazione di Raul Bruni.
Un’occasione per tornare a parlare del lavoro dell’autore del pluripremiato “Breve trattato delle coincidenze” di cui questo romanzo ne rappresenta in un certo senso la prosecuzione, con alcuni elementi narrativi come il luogo, la cittadina calabrese Girifalco in una visione meno realistica e più rarefatta, lo stesso Lulù, colui che per l’ultima volta vedrà il postino, a lui il compito di aprire la storia dei sette personaggi, sette vite sospese che la compongono, la dimensione temporale che non è lineare, ma ciclica come nel mito del postino-Ulisse e che qui richiama i movimenti delle orbite celesti, ed uno spingersi oltre, nella direzione di una dimensione simbolica dettata dai riferimenti della Kabbhala e della numerologia, sette sono i personaggi, l’arrivo del circo che cambierà le sorti dei personaggi è il 9 agosto, 9 sono i giorni prima della Spartenza ,che chiude la tradizionale festa di Girifalco.
Infine l’angelo custode, invocato nella preghiera incompleta di Lulù. A lui il compito di chiudere ancora una volta il sipario su un’opera di letteratura contemporanea colta che malgrado gli sforzi di voler incasellare a tutti i costi e assimilare ad altro, fa del suo autore un unicum nel panorama italiano, in grado di armonizzare una costruzione formale perfetta a un contenuto narrativo di valore, senza dimenticare l’originalità e la ricchezza di un registro linguistico dialettale ormai entrato a pieno titolo in un sofisticato, letterario, coltissimo “stile” italiano.