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Diario social di un Rettore: frammenti di un discorso creativo

Firenze –  Cambia registro il quarto “Diario social di un rettore”  (Firenze University Press). Questa volta Luigi Dei, rettore dell’Università di Firenze, non registra le sue conversazioni con il mondo sterminato degli utenti social, soprattutto i giovani, per passare il suo messaggio che la cultura è un tutto unico e che arte, letteratura e filosofia sono in sostanziale contiguità con la scienza.

Il quarto volume racconta invece di una ricerca che l’autore ha tenuto finora in qualche modo sotto traccia, ma che è stata il motore principale di gran parte delle riflessioni di questi anni. Che cos’è la creatività e come si manifesta nei grandi geni della storia? Come nascono in grandi capolavori e come si  materializza nella mente del ricercatore l’idea che sta alla base di una scoperta scientifica?

Per mettere a punto una “chimica della creatività” , lo scienziato che per tanti anni ha studiato e insegnato la chimica dei materiali ricorre socraticamente alla forma del dialogo: “conversazioni impossibili e dialoghi improbabili”, avverte il sottotitolo del libro. Le prime sono il frutto di un progetto con Controradio, andate in onda nel giugno 2016 e pubblicate sul profilo Facebook nel 2019. I secondi sono i testi di tre degli innovativi spettacoli multidisciplinari (musica, letteratura, arte e scienza) che sono andati in scena al Teatro del Maggio Fiorentino e al Tuscany Hall fra il 2018 e il 2019.

Diversi media, diversa struttura drammatica, ma identici obiettivi: trasmettere da una parte passione per la conoscenza insieme con “indicazioni per l’uso”, consigli metodologici per ordinarla, e dall’altra mettere il più possibile a nudo il manifestarsi del genio creativo.

Questo non è ovviamente un compito facile, soprattutto perché l’autore non rinuncia al taglio semplice e divulgativo dei suoi interventi. Perciò occorre leggere le conversazioni stando attenti a coglierne il nocciolo  all’interno di un involucro costruito anche su spunti che fanno parte del patrimonio nozionistico della cultura pop.

Per esempio si può assumere come guida il concetto di misura, fondamentale per capire la genialità creativa di Primo Levi o Marie Curie: “Tutto è misura, numero e proporzione, l’umanità è artista della misura, anche se spesso gli umani ahimé, produssero e producono oggidì eventi immisurabili”, dice Primo Levi all’intervistatore. E Marie Curie: “Apparentemente priva d’incanto, l’opera del misurare è invece un distillato d’ingegno creativo. E d’altra parte, quanta misura è nascosta nelle prospettive pittoriche o nelle statue marmoree”.

E’ ancora la misura, la quantità che unita alla qualità della fantasia e del sentimento crea la musica di Beethoven e Bach. Da musicista e figlio di musicista, Dei dedica ai grandi compositori due delle più belle conversazioni impossibili, così come accompagna gli spettatori in straordinari viaggi come quello con Charles Darwin nello spettacolo “L’origine della specie musicale”, full immersion nella storia della musica.

Beethoven: “Mettere in fila i suoni vuol dire stabilire di ognuno l’esatta matematica durata e decidere come debbano accostarsi l’uno dietro all’altro”. La musica è una perfetta miscela di qualità e quantità.  Bach: “La musica è una specie di elisir di lunga vita fatto semplicemente di energia e si propaga attraverso la materia”.

Sono frammenti di un discorso creativo che si uniscono a quelli di Michelangelo, Giotto, Lucrezio, Eschilo, Virgilio, la Traviata  e Cleopatra chiamati come testimoni per dare una risposta a quello che rimane pur sempre il mistero della grandezza.

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