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Gialli in vacanza: la regola del due di Parigi&Sozzi

Firenze –  Due autori, due investigatori e due storie di epoche diverse che tendono gradualmente a convergere fino allo scioglimento finale. E’ un giallo su due binari quello che Riccardo Parigi e Massimo Sozzi, professori alle scuole superiori di Prato, hanno imbastito sotto il titolo “Complotto in riva d’Arno”, uscito in questi giorni con l’editore Timecrime.

Bisogna subito dire che l’intreccio escogitato dagli autori funziona e tiene il lettore sospeso come si conviene ad ogni buon prodotto del genere poliziesco. Le due epoche nelle quali si svolgono gli strani avvenimenti che rischiavano di anticipare di 10 anni lo scoppio della prima guerra mondiale sono lontane fra di loro di circa 300 anni: primo ventennio del ‘600 e 1904. Nella prima si narra del viaggio verso le Americhe di Saverio Adinolfi, incaricato dal segretario del granduca di Toscana, Belisario Vinta, di recuperare una grande quantità di oro che si trova nascosta presso Panama . Nel secondo sono all’opera due commissari fiorentini , Ulisse Bellandi e  Alessandro Nocentini  che indagano sui due efferati delitti che apparentemente non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro: una spia al soldo della polizia fiorentina e una nobildonna, la Marchesa Caterina Borelli.

Ma, attenzione, anche all’interno delle storie parallele funziona la regola del due. Adinolfi, che racconta in prima persona perché tiene un diario di  viaggio, cerca l’oro, ma il lettore si rende presto conto che non è l’aureo metallo il filo conduttore della vicenda intraepocale, ma piuttosto una sosta a Cartagena de las Indias, nel nuovo mondo, dove si è insediato un singolare sodalizio di scienziati che studiano le inquietanti proprietà di alcune piante. Saranno quest’ultime l’oggetto che scatena la ferocia dei cattivi che stanno organizzando un complotto per assassinare il sovrano britannico Edoardo VII.

Non sarebbe corretto nei confronti degli appassionati anticipare altri particolari che finirebbero per ammazzare  la suspense e la sorpresa . Vale comunque la pena aggiungere che tanto nel periglioso viaggio di Adinolfi, quanto nelle complicate indagini del duo Bellandi-Nocentini  avvengono tante cose, siano queste gli omicidi a bordo del galeone “Tuscia”, oppure le vicende psico-amorose del più giovane degli investigatori.

Parigi e Sozzi danno prova di grande capacità narrativa nella descrizione del contesto storico e nella corrispondente sensibilità culturale. Adinolfi è in contatto con Galileo Galilei e gli scienziati di uno Stato, il Granducato di Toscana, piccolo ma all’avanguardia in quei tempi di guerre di religione. I poliziotti invece si muovono in una Firenze divenuta un po’ provinciale, ma che risente di tutto ciò che sta cambiando nella società e nella cultura all’inizio del terribile “secolo breve”:  il diffondersi del socialismo rivoluzionario, il nazionalismo sempre più aggressivo, teorie più o meno scientifiche che avranno gravi conseguenze.

In definitiva un libro da portare con sé in vacanza. Il consiglio è di non leggerlo tutto d’un fiato spinti dall’ansia di sciogliere rapidamente l’enigma della doppia storia. Un unico appunto: nella grafica di copertina c’è la silhouette di un soldato del ‘700, un anacronismo tutto0 sommato sopportabile.

 

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