
Firenze – Il backstage di un serial TV su Teodolinda, che s’intreccia con le vicende dell’attrice protagonista : può sembrare un espediente per raccontare in modo agile, accattivante la storia della grande regina dei Longobardi. Ma non è così. Le due storie si accavallano e si compenetrano. Il fil rouge sono proprio le vicissitudini dell’attrice e dell’ambente che la circonda. Ma anche quelle di Teodolinda non restano sullo sfondo bensì emergono dal set, assumono autonomia narrativa immergendoci in quel mondo del VI secolo così lontano ma per molti risvolti assai simile al nostro. Violenze , intrighi, cinismo, arroganza. La regina, coinvolta in una spirale tragica, è turbata; tuttavia non si perde d’animo e svolge con determinazione e diplomazia il suo ruolo di sovrana di questo popolo dai tratti ancora barbarici ma espressione di una grande civiltà destinata a dispiegarsi nei due secoli successivi.
Linda, l’attrice,(l’analogia dei due nomi, Linda e Teodolinda rimarca la compenetrazione con il personaggio storico) attraversa a sua volta grandi e piccoli drammi in un mondo che non ha niente di epico ma che è un analogo crogiuolo di cinismo, di passioni , di violenze, di sentimento,di tenerezza.
Nella vicenda di Linda ho apprezzato la particolare tecnica narrativa di Isinero Cremaschi : alcuni eventi traumatici sono taciuti, quando il racconto riprende sono già accaduti e questo accresce l’effetto drammatico. Incisivi anche i personaggi che le ruotano attorno: non sono mai stereotipi ma figure vive che danno spessore alla narrazione.
Anche nel piano di lettura dedicato alla regina Teodolinda si procede per saltus ma in modo diverso: seguendo l’andamento della produzione della fiction si sottolineano alcune scene-chiave che, per estrapolazione, consentono di comprendere l’insieme: di cogliere lo spirito di un popolo, quei longobardi che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia d’Italia.
E Teodolinda, spesso figura sbiadita nei manuali scolastici, ne emerge come fiera figura di donna che sapeva gestire il potere e districarsi nelle dispute teologiche, nei rapporti fra il regno longobardo e il papato ma con uno slancio ideale , volontà riformatrice e tenace ricerca della pace.
Il cielo di Tedolinda di Isinero Cremaschi, edito da Polistampa non si limita a giustapporre due piani di lettura né a tracciare parallelismi: è un romanzo storico sui generis perché incrociandosi con la vicenda che si snoda nel presente, ne assume il ritmo ; mentre, a sua volta, Linda cerca di immerge le frustrazioni, i suoi drammi personali in un’aura atavica e nel suo ruolo di attrice memore del metodo Stanislavskij, ma senza riuscire a sublimarli perché il quotidiano irrompe nuovamente, fino alla fine, con prepotenza.
Evocativo anche Il titolo del libro: fa pensare al cielo delle regioni settentrionali quando il sole risplende ma poi è nascosto dalle nuvole per tornare a fare capolino e per nascondersi ancora in un gioco incessante come quello dei tornanti della vita.