
Firenze – Gianluca Barbera, nel suo ultimo libro “Magellano e il tesoro delle Molucche”, Rizzoli Editore, solletica la fantasia dei ragazzi con un racconto legato alla storia e precisamente al periodo delle esplorazioni marittime quando la conoscenza del globo, e la sete di nuovi tesori era un motivo determinante per salire a bordo di una nave e partecipare a un’avventura alla ricerca di territori ignoti e poco conosciuti attraverso nuovi percorsi marittimi. La Spagna e il Portogallo sono due paesi imbattibili in questa strenua attività. Il desiderio di conquista, di avere sotto il proprio dominio nuovi paesi da assoggettare, non solo per la propria potenza e per il desiderio di possesso, ma anche come fonte di oro, spezie, tessuti preziosi, gemme, flora e fauna esotica da poter mercanteggiare con lauti profitti.
La grande impresa, raccolta da Antonio Lombardo detto Pigafetta, geografo e cronista, scrivano del diario della spedizione, riguarda il portoghese Ferdinando Magellano il grande navigatore e la sua scoperta di un passaggio, finora sconosciuto, verso le favolose Molucche. Siamo nel 1520, e prima di allora non si sapeva che la Terra fosse rotonda. Magellano, al servizio del re di Spagna, esplora nella direzione opposta al solito tracciato la via verso est. Circumnavigare, esplorare, a quel tempo significava entrare in una dimensione ignota… L’intrepido Magellano a capo della Trinidad, con altre tre caracche al seguito e un equipaggio di oltre 200 uomini affronta il mondo sconosciuto con tante peripezie, ammutinamento, isole abitate da cannibali, tempeste, e tanto altro. Per Magellano sarà l’ultima avventurosa spedizione ma il successo è grande e la via scelta da lui per arrivare alle Molucche ora porta il suo nome. Dopo due anni e mezzo un solo veliero solcherà il porto spagnolo con pochissimi uomini ma ormai la storia si è arricchita di una nuova grande impresa.