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Storia di Walter Alasia: l’alba della lunga tragedia nazionale

Firenze – Una giovane vita investita da un ideale, diventato vittima e carnefice allo stesso tempo. Eppure in quei suoi vent’anni c’è una persona, una vita, dei pensieri e tanti progetti che il gesto ultimo ha ridotto a una concisa etichetta: brigatista rosso. Tutto ciò che ha riempito i giorni del brigatista Walter Alasia, gli affetti, le gioie, le delusioni, l’impegno sociale e politico sembra essere cancellato da un, apparentemente incomprensibile, consenso alla lotta armata e dal marchio di assassino.

Per fortuna Giuseppe Culicchia, ha tenuto in serbo per tanti anni i ricordi più vivi del cugino Walter Alasia, facendo rivivere semplicemente il ragazzo che è stato. Attraverso il libro di Giuseppe CulicchiaIl tempo di vivere con teMondadori, Strade blu 2021, i mille frammenti del tempo trascorso insieme al cugino si ricompongono in quadro inedito. Emerge un personaggio sconosciuto, un giovane come tanti, generoso, gentile, divertente, simpatico. Sicuramente preso a confrontarsi nella semplicità quotidiana estiva, con i parenti più stretti per trascorrere le vacanze, insieme alla sua famiglia, con i genitori operai di Sesto San Giovanni e il fratello Oscar. L’intensità dell’affetto tra i due ragazzi è genuina. Walter però vive a Milano, dove i giovani in quel periodo, dopo il Boom economico, conoscono una frustrazione inimmaginabile. Legge libri impegnati, sente le differenze sociali, partecipa alle contestazioni, vuole costruire un mondo diverso. Così sceglie di entrare prima in Lotta Continua e poi nelle Brigate Rosse.

Erano gli anni di Piombo, ma questo Giuseppe Culicchia, bambino di undici anni, che perde il suo più grande amico lo scoprirà solo dopo. Era la mattina del 15 dicembre 1976, quando i poliziotti suonano alla porta di casa Alasia, “Walter è già in piedi, accanto al letto del fratello Oscar. Rivoltella in pugno, scosta la porta, allunga il braccio, spara su Sergio Bazzega e su Vittorio Padovani un intero caricatore”. Poi, “Colpito alle gambe Walter Alasia, cade, resta raggomitolato sulla ghiaia… Passa qualche minuto, si avvicina la sirena di un’ambulanza. Esplodono gli ultimi colpi. E’ un solo proiettile che uccide Walter Alasia”.

Dopo c’è solo la scoperta di una realtà che provoca dolore e tanta vergogna. Per i genitori, straziati dal dolore, ci sono il disagio, gli additamenti, quando sono in pubblico. Per la madre, Ada, è ancora più dura. Ada, sapeva. Non solo. Almeno una volta aveva partecipato insieme al figlio a un incontro tra brigatisti.

Il grande valore di questo libro, oltre alle qualità stilistiche di Giuseppe Culicchia, è quello di aver raccontato la storia. Nomi, fatti e luoghi. Particolari e collegamenti che riassumono un periodo storico troppo difficile da elaborare, per tanti motivi. Eppure Culicchia, con la penna decisa e sincera, riesce a confrontarsi con gli anni bui del terrorismo e costruire una mappa dolorosa di quel tempo.

 

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