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Sepùlveda si racconta

E’ uno degli autori più amati dal pubblico italiano e non solo e i suoi libri scalano  le classifiche dei più venduti, l’ultimo “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” ha già raggiunto le 300.000 copie. E’ uscito in questo giorni, per la sigla editoriale Guanda,che ha pubblicato in Italia tutti i suoi titoli, “Ingredienti per una vita di formidabili passioni” , una raccolta di articoli, pensieri, racconti brevi, riflessioni che ci mostrano a 360 grandi la grandezza di Luis Sepùlveda  per il quale “ E’ difficile immaginare una letteratura priva del conflitto fra l’uomo e ciò che gli impedisce di essere felice“.

Sono tanti gli elementi che fanno parte del racconto di una vita avventurosa come quella di Sepùlveda, l’impegno politico, la scrittura, l’esilio, le amicizie, il viaggio, la famiglia. Da quando da piccolo il suo sogno era quello di diventare un calciatore professionista, lui che abitava in un quartiere proletario di Santiago del Cile e gli unici libri di cui poteva disporre in casa erano qualche libro di avventura di Salgari o Jack London. Ma un giorno capita fra le sue mani un libro di Pablo Neruda, Venti poesie d’anmore e una canzone disperata. “Quando lessi quei versi, sentii che Neruda li aveva scritti pensando a me e alla mia Gloria perduta. Diventai un fervido lettore di poesia… e con il passare del tempo l’amore per le parole mi si rivelò come un amore fedele che non mi avrebbe mai tradito”. Scrittore impegnato, il suo modo di fare letteratura risponde alla necessità di una missione, in difesa dei deboli, dei dimenticati della terra che chiede aiuto. Accanto ai minatori di Langreo,Mieres, Turòn che lottano per il loro posto di lavoro, così come quelli delle Asturie, delle miniere di carbone, ” Sono nato in Cile, ma abito nelle Asturie. Questi minatori sono miei concittadini, sono la mia gente e mi sento orgoglioso della loro lotta e della loro volontà di combattere.” “Nella mia memoria c’è il paese che ho lasciato un giorno del 1977”.

In esilio, gli amici perduti, molti dei quali morti o desapararecidos, consapevole di essere portatorte di una cultura forte derivante dai mapuche e dagli immigrati provenienti dall’Europa. “Il Cile, senza nessun autoritarismo , mi ha formato a una cultura della solidarietà”. Belle pagine sono dedicate all’intimità degli affetti familiari come quelle dedicate a Laika il pastore tedesco che ad ogni suo viaggio lo tranquillizzava quale protrettrice del focolare e alla sua splendida grande famiglia riunita intorno all’asado che come si conviene nella tradizione latino-americana è “compito del vecchio”.

Ingredienti per una vita di formidabili passioni
Luis Sepùlveda
Traduzione di Ilide Carmignani
Guanda
Pag. 198
Euro : 14,90

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