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Tornano le Edizioni Comunità di Adriano Olivetti

Fondate da Adriano Olivetti nel 1946 con l’obiettivo di contribuire alla ripresa  culturale del nostro Paese e alla comprensione dei fenomeni del periodo, le Edizioni Comunità da qualche mese sono tornate in libreria. Grazie al coordinamento della Fondazione Adriano Olivetti e la direzione editoriale di Beniamino de’ Liguori Carino, il programma editoriale prevede la pubblicazione di tutta l’opera e di alcuni inediti di Adriano Olivetti, con interventi critici di personalità di spicco; un modo per promuovere un dialogo tra il pensiero olivettiano e la nostra situazione attuale. Appena pubblicato “Il cammino della Comunità” apparso per la prima volta nel 1959 e oggi arricchito da una presentazione  di Salvatore Settis. In questo scritto che esprime tutta la sua straordinaria modernità, viene teorizzato il concetto di comunità “un movimento che tende a unire non a dividere, tende a collaborare, desidera insegnare, mira a costruire”. Capace di mettere insieme gli ideali cristiani e socialisti che sono propri del popolo italiano.”

“La nostra comunità dovrà essere concreta, visibile, tangibile, una Comunità nè troppo grande, nè troppo piccola, territorialmente definita dotata di vasti poteri , che dia a tutte le attività quell’indispensabile coordinamento, quell’efficienza, quel rispetto della personalità umana, della cultura e dell’arte che la civiltà dell’uomo ha realizzato nei suoi luoghi migliori.” Comunità, come strumento di autogoverno e come consorzio di comuni, che federate tra loro danno vita alle Regioni e allo Stato. I partiti con le rappresentanze proporzionali hanno perso il loro contatto con il popolo che secondo la visione olivettiana può essere recuperata attraverso la comunità essendo ben radicata nella vita, nella cultura e nel lavoro dei cittadini. Un esempio reale furono i centri comunitari nati tra i contadini e gli operai del Canavese, tra il 1949 e il 1953. Il primo passo verso una coscienza comuniatria fu attuato con l’istituzione di biblioteche  e la circolazione di riviste, seguite da manifestazioni sportive, ricreative, servizi di assistenza sociale e tecnica in piccoli villaggi rurali. “Abbiamo portato in tutti i villaggi le nostre armi segrete: i libri, i corsi, le opere dell’ingegno e dell’arte. – scrive Adriano Olivetti- Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della cultura che dona all’uomo il suo vero potere”.

Come fa notare Salvatore Settis nella sua presentazione oggi più che mai gli italiani hanno bisogno dei tanti ingredienti che animano questo scritto, ansia sperimentale, fede negli uomini, onestà intellettuale, ma in particolare è importante recuperare la speranza, ormai persa da tempo.

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