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Crisi? Diventano di moda le balere fai da te

Sembra che solo il 34% degli italiani parta per le ferie in un’estate tormentata dalle mancanza di soldi e dallo spread. La crisi è anche questa, e la penuria di denaro modifica il divertimento degli italiani. Sempre meno, quindi, quelli che partiranno durante questo fine settimana per l’ultimo grande esodo e sempre più addio ai divertimenti vacanzieri tradizionali.
Si rinuncia ad una vacanza ma la fantasia organizzativa delle persone garantisce lo svago: chi rimane in città ha riscoperto le piscine, le biciclette e i parchi giochi ma anche, ed ecco la novità, al posto della tradizionale discoteca, i balli low cost e le serate “one night” in masserie, casali e ville. Tutte strutture improvvisate, approntate per una sola occasione, ma sembra molto gradite e assai frequentate. Sta diventando una moda! Con danno dell'Erario e degli esercenti delle sale da ballo regolari che, per la concorrenza abusiva, ma forse anche per scarsità di soldi, si vedono costretti a ridurre le serate, e di conseguenza gli incassi.
Con la novità ecco subito la polemica. Maurizio Pasca, presidente Silb, l’associazione di settore delle imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo dichiara in un’intervista a “Labitalia”: "Noi sulla base dei dati della Siae abbiamo riscontrato un calo del 10-15% nei biglietti d'ingresso alle discoteche.” E ancora, a riprova dell’importanza del fenomeno “one night”: “Oggi però non esistono solo le discoteche intese in senso tradizionale. L'offerta sull'intrattenimento è cambiata, si è diversificata. Quindi il ballo non ha perso il suo appeal sul consumatore, solo che sono cambiate le opportunità. Opportunità purtroppo -sottolinea – spesso abusive e senza la sicurezza dei locali autorizzati".
Secondo il Silb, in tutta Italia, sono circa 15mila le strutture che, dal Trentino alla Sicilia, esercitano illecitamente l'attività di ballo e intrattenimento. "Ormai ci sono moltissimi bar e stabilimenti balneari che fanno intrattenimento in modo abusivo. E poi ci sono le cosiddette “one night” e cioè appuntamenti organizzati in una location speciale, come una villa o una masseria, per una sera sola. Vengono pubblicizzate attraverso i social network e dopo la serata gli organizzatori, incassati i soldi dei biglietti d'ingresso e delle consumazioni, non pagano nulla di tasse. Ed essendo eventi di una sola sera – rimarca – sono più difficili da rintracciare e quantificare".
Ovviamente, tra i motivi di richiamo della nuova moda ci sono i costi dei biglietti di ingresso: sono più bassi e quindi molto più abbordabili. Come contropartita la Silb ha istituito una commissione apposita che raccoglie le segnalazioni e  le invia le alle autorità competenti, tanto che, in alcuni casi,  si arriva  alla chiusura delle strutture improvvisate.
Insomma un giro di “affari “ molto significativo: si stimano intorno ai 20 milioni di euro  i minori incassi delle discoteche autorizzate a cui resta solo – dichiara ancora  Pasca -, pagare le tasse. "Il biglietto d'ingresso in discoteca – spiega – costa tra i 10 e i 25 euro, a seconda di quelli che sono i servizi che la struttura offre. Su questo paghiamo il 10% sulla musica, il 16% di imposta sull'intrattenimento e il 21% di Iva. Quindi su un biglietto di 10 euro, se ne vanno 4,70 in tassazione. Noi abbiamo segnalato questa concorrenza abusiva anche alla Finanza".
Secondo la voce dei gestori, il fenomeno delle discoteche improvvisate danneggia non solo i locali autorizzati, ma anche i clienti, con rischi per loro sicurezza. Infatti   le strutture “ufficiali” sono autorizzate dalle commissioni provinciali di vigilanza sull'intrattenimento e quindi sono super-sicure.” Noi chiediamo –rimarca Pasca- che gli stessi controlli che vengono fatti su di noi vengano svolti anche su chi non è in regola".
Ma la diffusione dell’abusivismo non sembra arrestarsi e cresce maggiormente nel Meridione, sebbene, ultimamente, se ne registri un forte aumento anche nel Veneto, in particolare dal Padovano. Va detto tuttavia che anche le discoteche ufficiali sono in aumento.
Il divertimento, come il gioco, è un fenomeno anticiclico: in tempi di crisi non può che crescere. Le serate occasionali e le “one night” manifestano forse l’aumento della domanda di spensieratezza e l’ampliamento, ”spontaneo” (e forse da  correggere), della relativa offerta.

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