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Family al Cango: tre variazioni sul tema, con nostalgia

Firenze – Tre coreografie in successione in tre diverse sale di Cango, i cantieri goldonetta dove Virgilio Sieni studia, esperimenta e presenta quanto di più interessante offre oggi la danza contemporanea. Non aspettatevi però di dover seguire un percorso in tre atti coerentemente sequenziale. Le tre pièce accolte sotto il titolo Family, progetto in scena nei giorni 28 e 29 giugno, sono altrettante variazioni sul tema famiglia che possono essere mescolate a piacere. Gli spettatori assistono scalzi alle performance e si spostano nella sala successiva con libertà assoluta di movimento e sosta.

Non ci sono dunque fili conduttori che accomunano il pezzo “Esercizi di composizione” di Marina Giovannini, quello “Effetto Kulesov” di Jacopo Jenna e “Dialogo in penombra” di Giulia Mureddu, se non il fatto che i danzatori sono non professionisti, frutto del lavoro di formazione del Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza fondato da Sieni.

Intanto bisogna premettere che le tre variazioni sono tutt’altro che distruttive o contestative dell’istituzione famiglia. Anzi, tutte mettono in luce il valore della convivenza basata sul reciproco affetto. Dialogo in penombra (Simone Borscia, Stefania Faggioli) è sicuramente il più drammatico, una sorta di pas de deux sulle note della Meditation de Thais di Jules Massenet, struggente e delicata. I due ballerini in rosso con una maschera di biacca sul volto raccontano una storia d’amore, di crisi e rifiuto, di una strada percorsa insieme, sostenendosi a vicenda e accettando le sofferenze e le delusioni che inevitabilmente l’uno dà all’altra e viceversa.

Gli Esercizi della Giovannini (Gianni Dorigo, Lucia Miligi) parlano della vita quotidiana di una coppia di anziani, con le loro abitudini, le piccole manie, i silenzi, anche i dispetti. Soprattutto la loro attenzione pignola al corpo, come un ostinato recupero della propria individualità perduta in tanti anni di convivenza. Qui l’amore della coppia è diventata testimonianza della vita che l’uno rende all’altro. Per lo più si ignorano, ma ritornano sempre a toccarsi, sostenersi, in una rassicurazione continua del fatto di essere prima di tutto vivi, poi della fisicità del loro corpo e infine dello stare insieme. I brani musicali provengono dai musical americani (Summertime) della prima metà del secolo scorso, a sottolineare  una nostalgia di vita meravigliosa e di sentimenti di un passato ormai lontano.

L’interpretazione di Jenna, Effetto Kulesov (Anna Pericoli, Sara Pericoli, Alessandro Ottavi, Andrea Ottavi), vede  invece la famiglia come centro di creazione di senso. Sulla scena una madre con i suoi tre figli di età diversa: il gruppo scrive parole su fogli di carta, alternando l’incontro con movimenti e gesti del corpo. La madre esprime modelli di comportamento, si pone come punto di riferimento da imitare e seguire. Nel seguirla, tuttavia, i figli cercano la loro via personale, seppure ancora in modo inconsapevole. Ma tornano sempre da lei per costruire quei nuovi sensi attraverso quali si accorgono, felicemente, di diventare uomini e donne.

 

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