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Mikee Introna: la difficile arte del performer

Abbiamo incontrato Mikee Introna a Firenze, dove ha accompagnato, durante lo spettacolo di Simone di Pasquale Ballando con … il tuo Personal Dancer!, i ballerini Davide Di Nezza, Giada Giacomoni, Agnese Junkere, Vicky Martin, Fabrizio Graziani, Daniela Ayala, Ilaria Segoni e Lucio Cocchi.
Mikee ha iniziato la sua carriera artistica esibendosi nei locali, prima come cantante solista, poi in gruppo, per poi accompagnare come vocalist, alcuni celebri nomi della musica italiana, come Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Edoardo Bennato, Alexia, Cesare Cremonini, Paola Cortellesi, Scialpi, Giorgio Panariello. 
Nel 2006 è uscita l’unica cover ufficiale de Il mondo, che Mikee canta insieme a Jimmy Fontana, con l’arrangiamento di Roy Paci.

Suona il pianoforte e la chitarra, ama la musica Pop e R&B, la danza Funky e l’Hip Hop.
 Nel 2010 è uscito il suo primo singolo Get it all, che ha riscosso grande successo nei paesi latinoamericani.
 Sempre nel 2010 è stato attore e cantante nella commedia musicale Tutto questo…Danzando!. Nel 2011 ha partecipato al World Superstars Dance Festival di Tokyo con il singolo Ma che ne so, una rumba interpretata dalla coppia di ballerini di latino-americani Stefano Di FilippoOlga Urumova. L’anno scorso è uscito il suo ultimo singolo pop/swing Come Nuvolari.

Mikee è un performer, una figura ancora poco presente in Italia. Un artista che canta, balla e recita a teatro, al cinema e in televisione. Un po’, per citare famosissimi esempi, come John Travolta e Meryl Streep

Ci incuriosisce il tuo nome americano. Dove sei nato?
Sono italiano, mi sento anche romano pur non essendo nato a Roma. Preferisco non dire dove sono nato, però sono fiero di essere italiano e di esportare la musica italiana nel modo.

Hai cominciato prima a suonare oppure a cantare?
Sono cose che nascono insieme piano piano. Perchè quando si canta ci si accompagna, quando si suona si è tentati di cantare, come fanno i pianisti jazz. Ho iniziato da bambino, ho anche delle registrazioni, che ora fanno sorridere. Mi ricordo che intorno ai sette otto anni ho deciso che questa sarebbe stata la mia professione. Negli anni ’80 c’era tanta musica genuina. Io sono stato forgiato dai Queen, da Bruce Springsteen, da Michael Jackson e da tanti altri. Anche dalla musica italiana, ma soprattutto da quella internazionale. 

Da solista sei poi diventato anche vocalist per molti big della canzone italiana. Com’è avvenuto questo passaggio?
Tramite le esibizioni e le serate, con il passaparola. Ci sono amici e cantanti che mi vogliono bene e mi stimano, così c’è sempre qualcuno pronto a fare il mio nome quando serve. Poi c’è lo studio, tanto, e si segue il sogno. Ma il sacrificio poi nella vita ripaga.

Quando sei entrato nella Big Band di Paolo Belli e hai cominciato a lavorare subito in “Ballando con le stelle”?
Sì, tramite il passaparola di una cara amica, Valentina Ducrò che è una delle coriste storiche di tante trasmissioni televisive. Ho fatto tre provini e ho lavorato a Ballando dal 2009 al 2011. Così ho conosciuto Simone Di Pasquale, Vicky Martin e tutti gli altri ballerini con cui collaboro tuttora.  

Poi è arrivata anche la danza Funky e l’Hip Hop. Quando è nata questa passione?
Suonavo e cantavo, mi sono chiesto perché non muoversi. Fin da bambino sono stato bombardato dai video di oltre oceano, da Michael Jackson a Fred Astaire, così ho sentito il bisogno di interpretare anche con il corpo. Ho cominciato a studiare e la passione non mi ha più abbandonato. Tuttora il mio progetto pop/swing del singolo Come Nuvolari, che sta avendo un discreto successo, ha una coreografia a cui partecipo con dei ballerini che mi accompagnano e che sono miei amici. Questo mi fa molto piacere.

Come ballerino partecipi a gare e fai esibizioni?
Le ho fatte, anche se non moltissime. Ho realizzato anche dei video come ballerino di Hip Hop freestyle. Ora non più, mi esibisco quando canto per me.

Nel 2010 è uscito Get it all il tuo primo singolo che ha avuto molto successo e nel 2012 Come Nuvolari. Come sta andando?
Bene, in realtà la musica in Italia da qualche anno a questa parte ha un po’ di problemi. Ma sto facendo un tour promozionale che mi dà la possibilità di raggiungere il pubblico in maniera diretta. Come Nuvolari è stato poi pubblicato in forma digitale su Itunes e altre piattaforme. Non mi accontento, ma sono contento!

Progetti futuri?
Vari, non sono scaramantico ma ho imparato a esserlo! Ci sono dei film per il cinema, dei musical, altri singoli e lavori. Io mi definisco un performer, un termine che sta arrivando adesso in Italia. E così faccio spettacolo e sono a contatto, comunque e sempre con l’arte e con il pubblico. Nel futuro ci sarà tanto divertimento, quello sì.

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Giovanna Focardi Nicita

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