
Un ritorno denso di significato perché l’Italia è stata scelta come anteprima europea del tour in omaggio alle origini lucane della famiglia di Zotto.
Ieri sera a Firenze, in un teatro Verdi al completo, il famoso ballerino e coreografo argentino ha presentato un musical multimediale, con immagini, video ed audio inediti da lui stesso ripresi e girati nel tempo.
Così, mentre sul palcoscenico si snoda la storia del Tango dal 1890 al 1955, sullo schermo compaiono le immagini di coloro che ne sono state le icone: da Carlos Gardel a Osvaldo Pugliese ad Aníbal Troilo.
Per Zotto “ballare il tango è un atto d’amore”, e lo dimostra attraverso uno spettacolo diviso in due sezioni condotte dalle cinque coppie di straordinari ballerini della Compagnia Tango x2 .
Accompagna un’eccellente orchestra dal vivo, composta da cinque musicisti bonaerensi e diretta da Pocho Palmer, che ha interpreto musiche originali di Pugliese, Troillo, D’Agostino, Di Sarli, Gardel, Piazzolla e molti altri.
“Puro tango” ci narra, nella prima parte dello spettacolo, la storia del Tango in Argentina, mentre nelle seconda racconta come lo si ballava in anni diversi e in varie città del mondo, con vari quadri scenici in cui si interpretano le figure ed i passi tipici delle varie epoche del ballo. Queste sono caratterizzate anche dall’alternarsi degli strumenti: dal bandoneón al quintetto che costituisce l’orchestra tipica attuale.
In scena le coreografie, di cui è autore lo stesso Zotto, narrano i vari stili del tango, dal canyengue, una forma storica e tradizionale caratterizzata dalla vivacità e dai volti dei ballerini che guardano nella stessa direzione, al salón, nato negli anni ’40 e noto per la sua compostezza e linearità, fino al tango de escenario, creato appositamente per le esibizioni e quindi legato strettamente ad una coreografia.
E mentre con la danza si dà vita ad un grande campionario stilistico, si presenta anche la Milonga, il genere musicale e lo stile di danza più famoso in Argentina prima della nascita del Tango, che dal suo significato etimologico di “affollamento” ha dato il nome a tutti i luoghi in cui si balla il Tango, siano essi canonici o improvvisati.
Miguel Angel Zotto balla con la prima ballerina della compagnia Magdalena Valdez, ed interpreta, tra gli altri, Josè Ovidio Bianchetti, noto come El Cachafáz (lo scugnizzo nel linguaggio lunfardo), ritenuto il primo vero ballerino di Tango, il grande interprete dello stile canyengue Carlos Estevez “Petróleo”, e Salvador Scianna detto “el negro Lavandina”, considerato l’inventore del giro.
Bellissimi e raffinati i costumi, curatissime le luci e suggestive le scene per raccontare il mutare nel tempo del Tango, che pure ha conservato la passionalità e le forme delle origini.