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Figli delle Stelle, Alan Sorrenti (1977)

Leggerezza, c’è un gran bisogno di leggerezza. Tanto è la vita che si incarica poi di riportarci alla realtà. Dunque perché non concederci un momento di leggerezza e Figli delle stelle ci può dare un bell’aiuto. Partito con una sperimentazione di suono e poesia che piacque molto soprattutto ai musicologi più raffinati, il suo autore, Alan Sorrenti progressivamente si avvicina ai gusti e alla forma canzone tradizionale.

Con la delusione di chi lo aspettava alla frontiera della musica più originale, ma con il favore incondizionato del pubblico. Un’evoluzione che tocca il culmine proprio con Figli delle stelle del 1977, che introduce il cantante napoletano ai successi della disco-music con il top toccato da Tu sei l’unica donna per me.

Uno zenit artistico che Sorrenti non riuscirà più a toccare raggiungere, perché secondo gli esperti non è più riuscito a far convivere il pop sofisticato con le necessità commerciali . Ma Figli delle stelle resta inamovibile dalle compilation dance di quegli anni anche perché  è uno dei pochi esempi di musica disco italiana, cantata in lingua italiana.

Allora eccoci a cantare tutti insieme che siamo “figli delle stelle, figli della notte che ci gira intorno e non ci fermeremo mai per niente al mondo. Noi siamo figli delle stelle senza storia e senza età, eroi di un sogno. Noi stanotte figli delle stelle c’incontriamo per poi perderci nel tempo”.

 

 

 

 

 

 

 

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