Firenze – Valgono di più gli studiosi di campo scientifico o coloro che si occupano di discipline della conoscenza in campo umanistico? Domanda paradossale ma lecita, secondo la consigliera pentastellata Silvia Noferi, che rende nota la sorte della mozione, presentata il 20 novembre 2020 dal Movimento 5 Stelle, che chiedeva di equiparare gli studiosi in campo umanistico ai colleghi che operano in campo scientifico nelle categorie di lavoratori che potevano esercitare le loro attività durante il lock-down. Mozione che è stata respinta dal Pd, che aveva chiesto di ritirarla.
“Agli scienziati e ai tecnici era stato consentito l’accesso ai laboratori, ma agli studiosi e ai ricercatori di materie umanistiche – attacca Silvia Noferi – era stato vietato per molti mesi l’accesso alle biblioteche e agli archivi storici per la consultazione dei documenti originali. Questi lavoratori del mondo delle Lettere, sono stati discriminati e fortemente penalizzati rispetto ai colleghi del campo tecnico-scientifico, senza alcuna motivazione valida se non la sempre più deplorevole vulgata che tutto quello che ruota nel campo Umanistico sia inutile e non generi profitto”.
Insomma, la vicenda comporta, secondo Noferi, una discutibile discriminazione sul “valore” della conoscenza. “Il vantaggio non numerabile portato dal progresso della conoscenza non scientifica è alla base del progresso dell’intera Umanità, perché non ci può essere “Scienza Buona” senza Etica e senza una spinta ideale che la guidi; dettami che nascono soltanto dalla conoscenza e dallo sviluppo di una cultura umanistica, quella che si trova principalmente nelle biblioteche – spiega la consigliera regionale – partendo da queste banali (per noi) considerazioni, non si capisce come mai, in previsione di una probabile terza ondata della pandemia per cui gli studiosi temono nuove restrizioni all’accesso agli archivi, il Partito Democratico decida che la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle per invitare il governo ad equiparare le biblioteche e gli archivi storici ai laboratori tecnico-scientifici sia superata”.
“Tra l’incredulità degli studiosi collegati in streaming abbiamo potuto ascoltare le motivazioni espresse dalla rappresentante della maggioranza che chiedeva di ritirare la mozione altrimenti sarebbe stata bocciata. Una mozione di buon senso, di riconoscimento del valore di questo tipo di lavoro che per dirla con le loro parole “non portava scostamenti di bilancio” è stata bocciata per ragioni ideologiche o forse, molto più probabilmente, per ignoranza. La cultura – conclude la Consigliera Regionale del Movimento Cinque Stelle – non serve solo per risciacquarsi la bocca quando ci si vuole far belli, va sudata alla scrivania, sui libri e, per l’appunto, anche nelle biblioteche, mondi a quanto pare, sconosciuti per chi ieri ha votato contrario”.