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Albertazzi – Borges: il narrar cantando del “Vecchio Favoloso” Spettacoli

Sticciano (Grosseto) – I grandi vecchi distribuiscono doni impagabili ai giovani purché amino la vita al punto che la loro arte si gonfia di una umanità profonda e sapiente. Lo spiega bene Paolo Sorrentino nel suo ultimo film e se qualcuno volesse un esempio reale di questa verità dovrebbe andare a vedere e ad ascoltare Giorgio Albertazzi nella performance andata in scena ieri sera in prima nazionale negli spazi della tenuta La Pescaia di Sticciano, frazione di Roccastrada in Maremma, con la regia di Francesco Tavassi, ultimo spettacolo del Festival “I luoghi del Tempo, suoni, storie e sapori in Maremma”.

Dovrebbe comunque programmarsi bene le vacanze perché “Borges – Piazzolla” tornerà in scena soltanto il 19 agosto prossimo nell’ambito del Festival di Ravello, dal momento che Giorgio in queste settimane è occupato a riproporre una delle sue ultime interpretazioni, “Le memorie di Adriano”  tratto dal capolavoro di Marguerite Yourcenar.

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Diciamo subito che è un vero peccato perché il Borges-Albertazzi  può essere considerato come una maniera straordinaria per riproporre le opere del poeta scrittore argentino. In un’ora e mezzo di spettacolo Albertazzi è riuscito a penetrare nelle visioni e nelle emozioni dell’autore di Buenos Aires in modo talmente pieno e convincente che lo spettatore in più di occasione, per qualche secondo, si è chiesto chi dei due fosse quel signore con il cappello e gli occhiali scuri che alternava melanconia ed entusiasmo raccontando un amore profondo e incondizionato per la sua terra e per la meraviglia di aver vissuto una piena e consapevole storia umana. Chi l’ha detto che il teatro va capito – dice a un certo punto Giorgio- Jorge prima di leggere uno dei testi più emozionanti, l’Aleph – “è il sentire che conta, la lettura del cuore”.

Già, la terra di Borges, la terra del tango. Il successo della perfomance di ieri sera non è solo quello del “vecchio favoloso”. Accanto a lui una voce dal timbro platense e dotata di una forza espressiva non comune, quella di Mariangela D’Abbraccio che ha cantato le ballate di Orazio Ferrer musicate da Astor Piazzolla. Musica e poesia del “Nuevo Tango”, la seconda splendida rinascita d una delle forme più compiute di integrazione fra più arti.

Abituati a vedere Mariangela nelle vesti di Monica, la madre delle gemelle in Un Posto al Sole, la quotidiana telenovela della Rai, non avevamo magari seguito la sua carriera di cantante già applaudita alle cave di Roselle in alcune delle più belle canzoni napoletane. Nelle note di Piazzolla la cantattrice ha dato il meglio delle sue capacità di interprete, in un dialogo teatralmente impeccabile con Albertazzi. Mariangela e  Giorgio, Astor e Jorge: Maria de Buenos Aires,  Lolò e Cholo Carriego  e tutti quei personaggi che hanno portato gli spettatori in giro per il quartiere Palermo della grande metropoli sudamericana.

Il tutto accompagnato da un gruppo di musicisti di grande qualità: Vicky Schaetzinger (pianista), Gianluca Casadei (fisarmonica), Luca Pirozzi (chitarra), Alessandro Golini (violino) e Raffaele Toninelli (contrabbasso). Da risentire il loro “Libertango”, il più famoso dei brani di Piazzolla.

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