
Nel frattempo, e con un anno di ritardo sull'iniziale tabella di marcia, i lavori per la realizzazione della nuova stazione continuano, nonostante i diversi problemi normativi e organizzativi. E che non riguardano solo la ormai famosa “talpa”. Intanto, il cantiere di via Circondaria entra nel vivo con la sistemazione dei pali di fondazione- 491 in tutto- all'interno della struttura rettangolare in cemento armato, il cosiddetto “camerone”, di 450 metri di lunghezza per 50, che conterrà tutti i livelli interrati della stazione. Una sorta di scatola quindi, quella del “camerone”, dalle pareti costituite da 357 diaframmi in cemento armato, dalla quale viene estratta la terra di scarto, destinata alla discarica di Santa Barbara, nel comune di Cavriglia.
Come sarà. La stazione avrà due ingressi, uno da via Circondaria, con relativo parcheggio realizzato nella zona della vecchia centrale del latte, e l'altro dal viale Redi, dove sarà costruito un secondo parcheggio, separato dalla stazione. I binari si troveranno ad una profondità di 25 metri, insieme alle scale mobili, mentre al piano intermedio, ovvero a circa 21 metri sotto il livello stradale, saranno ubicati negozi e ascensori. L'unica struttura fuori terra sarà quindi la copertura vetrata che, grazie al particolare studio di luci filtrate dai vetri della copertura, permetterà alla luce naturale di arrivare fino al piano delle banchine e dei binari. Nessuna certezza, invece, sui collegamenti con la stazione di S.M. Novella: “I collegamenti non sono stati ancora definiti- precisa l'ingegnere Francesco Bocchimuzzo, responsabile del cantiere- Molto probabilmente, per quando avremo terminato, tra circa quattro anni, sarà funzionate la linea 2 della tramvia”.
La tecnica di costruzione utilizzata è quella del “top-down”, già messa in pratica per la metropolitana a Milano, che consiste nella realizzazione delle parti superiori e poi, progressivamente, di quelle inferiori, procedendo al di sotto con lo scavo.
E ora si attende il ritorno della talpa. Come già annunciato da Moretti, ad di Fs, la fresa dovrebbe tornare in azione a partire da gennaio, quando, molto probabilmente, arriverà dal Ministro dell'Ambiente l'autorizzazione finale per il piano di utilizzo delle terre di scavo. Una volta in azione, la talpa, partendo da Campo di Marte, bucherà il sottosuolo della città per circa 18 mesi, per la creazione del primo binario, e per altri 15, per la realizzazione del secondo binario.
Ma la talpa porta con sé anche qualche problema. Come quello della destinazione delle terre di scavo, in primis: perchè, a Cavriglia, queste terre non le vogliono, dato che sono piene di additivi chimici, necessari per rendere la terra più morbida al passaggio della fresa. Necessari sì, ma non certo salutari. Per questo si attende l'autorizzazione del Ministero, prevista per i primi giorni di gennaio, che dovrebbe decidere se le terre ( circa 770 mc) possono essere o meno riutilizzate a Santa Barbara. Uno stop forzato, quindi, quello della talpa Monnalisa che secondo il comitato NOTav di Firenze sta aumentando i costi di realizzazione del 30%. Accuse però che l'ingegnere Bocchimuzzo respinge nettamente, anche se ammette, sibillino: “Il problema della terra richiederà ancora interventi legislativi”. Così come respinge le lamentele degli abitanti del quartiere Lippi, destinatari nei mesi scorsi di polvere e crepe negli edifici per il continuo passaggio dei camion provenienti dal cantiere: “Il trasporto delle terre non avverrà più via strada, ma su appositi binari percorribili e isolati acusticamente”. Infine, sui noti problemi relativi alla falda, aggiunge: “Abbiamo già realizzato 4 coppie di pozzi di equilibrio dell'acqua, per garantire la continuità idraulica del sistema del sottosuolo”.
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