
Tra le misure che potrebbero finire nel mirino dell’esecutivo spunta l’ipotesi di tassare le prestazioni familiari e in particolare gli assegni familiari che in Francia non vengono tassati perché ritenuti finora non un reddito ma un ‘rimborso’ delle spese sostenute per i figli. L’ipotesi di ricorrere a una fiscalizzazione delle prestazioni familiari è stata evocata dal presidente della Corte dei Conti, Didier Migaud e poi implicitamente confermata dal governo che prima di prendere una decisione ha però indicato di voler attendere le conclusioni di un rapporto.
Secondo i dati Ocse la Francia ha una delle politiche familiari più generose al mondo, non tanto sul fronte degli assegni familiari quanto per i vantaggi fiscali che accorda alle famiglie e ai servizi vari che offre (asili, scuole, aiuti in casa, congedi vari ecc). Una politica ‘costosa’ – secondo l’organizzazione internazionale nel 2009 la Francia ha ‘speso’ per le famiglie il 4% del PIL – ma che però favorisce l’alto tasso di natalità del paese (1,99 per donna). Tra le prestazioni familiari quella più onerosa per l’erario sono i vantaggi fiscali accordati, con un forte abbattimento che scatta già a primo figlio. Il costo si aggira attorno ai 14 miliardi. Meno generosa di altri paesi europei è invece sul fronte degli assegni familiari: con 747 euro (dati 2010) all’anno a bambino, la Francia secondo l’Ocse arriva dopo la maggior parte dei paesi europei. Nel mirino del fisco potrebbero finire non tutte le agevolazioni ma solo quelle finora accordate automaticamente senza tener conto dei redditi delle famiglie, come gli assegni familiari o gli aiuti in casa, scolarizzazione dei bambini disabili che costano alle casse dello stato attorno a 1,9 miliardi di euro.