
Parigi – La Francia ha un nuovo Champollion: una archeologo francese è riuscito infatti a decifrare l’elamita lineare considerata la più antica scrittura fonetica conosciuta al mondo. Dopo oltre 15 anni di ricerche e 120 anni dalla sua scoperta è infatti il lionese François Desset dell’Università di Teheran a penetrare nel mistero di questa scrittura utilizzata attorno ai 2.300 anni A.C nell’antico regno di Elam, che ora si trova nell’Iran meridionale.
La scrittura lineare era stata scoperta nel 1901 su alcuni oggetti ritrovati nel sito archeologico di Susa. Nel XX secolo i tentativi di decifrare quei segni che risalivano a oltre 4.000 anni fa erano stati vari (ci aveva provato anche Pietro Miraggi nel 1971), ma bisognava attendere il XXI secolo per arrivarne a capo. Immobilizzato a Teheran dalla pandemia di Covid, Dessert ha messo a frutto la quarantena per studiare un nuovo corpus di testi elamiti lineari incisi su magnifici vasi d’argento che attualmente si trovano a Londra.
Grazie alle iscrizioni reali molto ripetitive Incise su questi vasi, soprannominati « gunagi », l’ archeologo francese è riuscito a identificare i nomi propri di sovrani, come quelli di Ebarti e Sihaha che regnarono sull’Iran sud-occidentale attorno al 1900 prima della mostra era, e di divinità come Napirisa, ciò il Gran Dio. È poi riuscito a ricostruire intere frasi come «alla dama di Marapsha, Schumanai, ho fatto questo vaso d’argento.Nel tempi che sarà celebrato in mio nome, Humshat, lo ho deposto come offerta per te con benevolenza».
Il metodo usato da Desset è molto simile al percorso utilizzato da altri decifratori del passato, François Champollion nel caso dei geroglifici egiziani (con i nomi dei Faraoni racchiusi nelle cartouches) oppure George Friederich Grotefend, il quale identificò i nomi degli imperatori persiani Dario I e Serse nelle iscrizioni cuneiformi di Persepoli .
Va precisato che si tratta della decifrazione di una “scrittura” e non di una “lingua”, isolata, non indeuropea ancora tutta da studiare. Questa scrittura sarebbe nata da quella proto-elamitica iraniana finora strettamente collegata ai primi testi cuneiformi proto-mesopotamici.Per merito di Dessert ora si può affermare che le sue scritture si sono sviluppate in parallelo e sono come due «scritture sorelle». Con le sue scoperte l’archeologo francese apre la strada a una migliore e più sottile comprensione della lingua elamita finora essenzialmente esaminata nei testi cuneiformi ritenuti assai meno precisi e così anche a questa civiltà finora conosciuta soprattutto come un concetto geografico creato dai loro vicini mesopotamici.
Immagine: Jean Francois Champolion, colui che ha decifrato i geroglifici egiziani