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Autorecupero, “sfilati” due progetti e mezzo su tre, interrogazioni di Spc e FdI Breaking news, Cronaca

Firenze – Autorecupero e autogestione, qualcosa si inceppa. O almeno così sembra dal momento che proprio in questi giorni è emersa la vicenda dei tre immobili, situati nell’area metropolitana fiorentina, che sono dapprima entrati con tanto di finanziamento regionale nell’ambito dell’avviso pubblico regionale in merito, per poi essere sfilati in un caso (immobile che si trova nel territorio del Comune di Campi) per intervento della Sovrintendenza, in un altro, per opposizione del Quartiere 4 che, per bocca del suo presidente Mirko Dormentoni ha fatto sapere che su quella struttura è in corso un’interlocuzione fra enti per utilizzarla come centro per l’impiego, mentre per il terzo immobile, sito al Galluzzo, la disponibilità è stata ristretta solo ad una sua parte, che consentirà la realizzazione di 8 alloggi a fini residenziali. In sintesi, partiti in tre al traguardo è arrivato mezzo.

La questione qualche problema lo pone. Intanto, viene da chiedersi come mai si sia lasciato arrivare il percorso fino all’accettazione dei progetti di autorecupero con tanto di finanziamenti dalle risorse regionali, senza che nessuno intervenisse prima per dichiarare che gli immobili individuati dal Comune di Firenze e Campi non erano disponibili, almeno nella loro integrità. La conseguenza logica sarebbe chiedersi come si compiono, se si compiono, indagini sull’effettiva disponibilità dei beni individuati dall’amministrazione. La seconda domanda è senz’altro che fine fanno gli stanziamenti già messi in atto per i tre progetti, secondo le regole stabilite. Si pensa di individuare altri beni per compensare la perdita di alloggi sociali in seguito al ritiro dei beni già individuati e ammessi al finanziamento? Le risorse messe a disposizione per i tre progetti rimarranno nelle disponibilità dei Comuni?

Sulla questione si preannunciano ben due interrogazioni in consiglio comunale, una da parte del gruppo Sinistra Progetto Comune, l’altra da parte di FdI.

Ricostruendo la vicenda, sia pure per sommi capi, il motore è la delibera di giunta del Comune di Firenze n.2020/G/00277, che dà seguito al Decreto dirigenziale della Regione Toscana n. 8572/2020 “Individuazione edifici di proprietà comunale per proposte di intervento”. Nell’ambito dell’avviso pubblico regionale, il comune di Firenze individuò, fra gli immobili di sua proprietà, il complesso denominato “Mulino di San Moro a Signa”, situato nel territorio del Comune di Campi Bisenzio, catastalmente individuato al Foglio 37, particella 73; e due immobili in Firenze, uno in via del Podestà 161, catastalmente individuati al Foglio 149, particella 26, subalterni 2 e 4 e un altro in via Assisi 20, catastalmente individuato al Foglio 50, particella 962. In attuazione
della delibera, il Comune di Firenze dette attuazione a due avvisi di evidenza pubblica riservati, secondo quanto predisposto dalla normativa regionale, alle cooperative, di cui uno per la “presentazione di proposte di intervento da parte di cooperative sugli immobili di proprietà comunale e uno per la presentazione di proposte di intervento da parte di cooperative su aree o immobili di proprietà delle cooperative proponenti ovvero messi a disposizione da soggetti
pubblici o privati”.

Inoltrata secondo le modalità previste la proposta alla Regione Toscana, questa le accoglieva con decreto dirigenziale n. 20711/2020, ritenendole ammissibili e finanziando l’intervento per 12 alloggi in Campi Bisenzio – via delle Molina 44 (proprietà Comune di Firenze), con contributo assegnato euro 540.000,00, soggetto attuatore cooperativa “Il Moro-Podestà”; l’intervento per 10 alloggi in Firenze – via del Podestà 161 – contributo assegnato euro 450.000,00 – soggetto attuatore cooperativa “Il MoroPodestà”;  intervento per 12 alloggi in Firenze – via Assisi 20 – contributo assegnato euro 540.000,00 – soggetto attuatore cooperativa “Acoperiupecap”, poi “Una Casa Per Tutti”.

Ma è a questo punto che il meccanismo si inceppa. Come si legge nella Deliberazione N. DG/2021/00224 della Giunta comunale tenutasi il giorno 1 di giugno 2021, con oggetto Interventi di autorecupero – autocostruzione ai sensi del Decreto Dirigenziale Regione Toscana n. 8572/2020,  viene in evidenza che, in data 25 gennaio 2021  (nota prot. 21527, indirizzata alla Direzione Patrimonio Immobiliare – Servizio Gestione Patrimonio, alla Direzione Servizi Sociali – Servizio Casa, all’Assessore al Patrimonio e all’Assessora alla Casa) il Presidente del Quartiere 4 “ha chiesto di sospendere la procedura di assegnazione dell’immobile di Via Assisi 20 per scopi di autorecupero/edilizia sociale in quanto è in corso di verifica tra l’A.C. e la Regione Toscana – Assessorato al Lavoro un’altra possibile destinazione con funzioni relative ai servizi per l’impiego”. In altre parole, Dormentoni stoppa l’assegnazione per autorecupero dell’immobile dell’Isolotto, perché si sta trattando per farne un centro per l’impiego. Via uno, dunque.

Ma c’è dell’altro. “Riguardo la proposta di intervento in via delle Molina 44 in Campi Bisenzio, a seguito di approfondimenti effettuati durante il sopralluogo svoltosi in data 19.05.2021 alla presenza della Direzione Patrimonio Immobiliare del Comune di Firenze e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato – si legge –  con verbale prot. n.173832 del 27.05.2021 la Direzione Patrimonio Immobiliare-Servizio Gestione Patrimonio ha comunicato il non accoglimento da parte della stessa Soprintendenza della proposta di intervento”. In sintesi, per l’immobile di Campi è la Sovrintendenza a dire no. Via anche il secondo immobile.

Infine, “riguardo la proposta di intervento in via del Podestà 161, con nota prot. n. 56682 del 19.02.2021 il Collegio di Presidenza del Quartiere 3, valutati gli interessi e le numerose richieste e proposte di associazioni e cittadini del territorio, ha chiesto che tutti gli spazi situati al piano terra del Palazzo del
Podestà rimangano a disposizione dell’A.C. e del Quartiere 3 al fine di poter organizzare attività di pubblico interesse”. In questo caso, è il Quartiere 3 a metterci la bocca, opzionando per se’, secondo quanto richiesto dai cittadini, il pian terreno dell’immobile. Tirando le fila, all’autorecupero già approvato e sovvenzionato, rimane una porzione di un immobile, su cui il progetto è quello di costruire 8 alloggi da parte della cooperativa  “Il Moro-Podestà”, che ha presentato il progetto ridimensionato per l’immobile di via del Podestà 161. L’immobile in questione si sviluppa su più livelli, per 750 metri quadri (80 al piano interrato, 180 al piano terra, 280 al primo e 210 al secondo), con uno spazio al piano terra in temporanea concessione alla Città Metropolitana. E’ questo lo spazio  che viene sottratto dalla disponibilità di recuperare unità abitative, sia pure per ragioni encomiabili come quelle di dare spazio alla socialità.

La macchinosa vicenda e la sua conclusione al ribasso su un argomento fondamentale come quello della questione abitativa a Firenze, è stata seguita dal consigliere Dmitrij Palagi e dalla consigliera Antonella Bundu di Spc, che annunciano un’interrogazione in merito. Sfrondando la questione, il nocciolo rimane uno, come sottolinea Palagi: vale a dire, la contrapposizione fra diritto alla casa e diritto al lavoro e alla socialità. Insieme a Bundu e Palagi, anche i consiglieri di Quartiere Luigi Casamento (Sinistra Progetto Comune) e Filippo Zolesi (Sempre di Spc), rispettivamente del Q3 e del Q4, mettono in campo le proprie perplessità.

“Se nel caso di Campi Bisenzio la ragione (della sottrazione, ndr) andrebbe individuata nel parere negativo della Soprintendenza (ma quindi lì cosa ci verrà fatto?), ci colpisce leggere le motivazioni di questi “cambi di programma” – scrivono in una nota Palagi, Bundu, Casamento e Zolesi – in via Assisi infatti si starebbe valutando di realizzare un Centro per l’Impiego (su interessamento di un altro assessorato della stessa Regione Toscana), mentre in via del Podestà il piano terreno verrebbe riservato alle associazioni, su richiesta del Quartiere 3. In sostanza si sceglie di mettere in contrapposizione il diritto all’abitare con quello al lavoro e con la possibilità di usufruire di spazi pubblici per la socialità? In più si è chiesto alla cittadinanza di elaborare progetti e impiegare il loro tempo, al fine di collaborare con le istituzioni per il diritto alla casa, fatto salvo dirgli che poi si è cambiato idea?”.

“Depositeremo delle interrogazioni per capire meglio le ragioni di questo comportamento e per pretendere che si risponda fino in fondo delle decisioni prese da chi governa – conclude la nota – in una città dove la rendita continua a “dominare”, dove l’overtourism non viene neanche più citato come problema da chi governa, anche grazie alla nuova retorica degli “studentati”, perché ridurre gli spazi destinati al diritto all’abitazione? Perché ridurre ossessivamente volumi e superfici, costringendo alla guerra tra bisogni?”.

Oltre a Spc, la questione dei 3 progetti di autorecupero prima ammessi e poi cancellati (rimangono gli otto appartamenti di via del Podestà), viene ripresa e stigmatizzata da Fratelli d’Italia, il cui capogruppo in consiglio comunale, Alessandro Draghi, avanzerà a sua volta un’interrogazione alla giunta comunale.

“Una volta uscita la graduatoria della Regione Toscana circa le proposte avanzate dai comuni in seno all’avviso pubblico per i progetti di autocostruzione e autorecupero – spiega Draghi – la Regione affida 2 milioni 250mila euro: accolti i tre progetti del Comune di Firenze più uno di altro comune toscano. Per quanto riguarda Firenze, come ormai noto, l’unico progetto che in parte viene salvato è quello del Palazzo del Podestà, per otto appartamenti. Molto fumo, pochissimo arrosto”.

“A gennaio l’assessora Spinelli aveva annunciato lo stanziamento di oltre 2 milioni di euro per i progetti vincitori del bando regionale di auto-recupero – si legge nella nota congiunta Draghi-Torselli, quest’ultimo capogruppo di FdI in Regione – in particolare erano stati stanziati 540 mila euro per il Mulino di Campi Bisenzio, altri 540 mila per via Assisi all’Isolotto e 450 mila euro per il Palazzo del Podestà. Con un colpo di spugna la Giunta Nardella ha deciso di procedere solo alla realizzazione di otto appartamenti nel Palazzo del Podestà. Ci domandiamo che fine abbiano fatto i progetti di auto-recupero e auto-costruzione annunciati dal Comune di Firenze e finanziati dalla Regione Toscana. E che fine abbiano fatto i fondi elargiti con il bando Spinelli”.

 

 

 

 

 

 

 

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