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Balneari: “doppio binario” Bolkestein per evitare il collasso del settore Economia

Firenze –  Per una volta la notizia è che non ci sono novità. A stagione estiva abbondantemente avviata l’Italia degli stabilimenti balneari resta ferma nello stallo creato dalla direttiva Bolkestein, il documento sul libero mercato dei servizi approvato dalla Commissione Europea nel 2006, ad oggi non ancora applicato dal nostro Paese, che pur ne sta subendo pesanti conseguenze.

A fare il punto della situazione, stamattina, un incontro tra Confesercenti e Nicola Danti, ex consigliere regionale PD della Toscana e oggi parlamentare europeo. “Noi parlamentari italiani stiamo facendo da tempo una forte pressione sulla Commissione perché accetti il cosiddetto “doppio binario” ovvero, da una parte, la proposta di creare bandi sulle nuove concessioni demaniali marittime che preveda però delle proroghe, e dall’altra la definizione di un lasso di tempo congruo agli esercenti per continuare ad esercitare la loro attività”.

La direttiva, che liberalizza le concessioni balneari e prevede di ricorrere a bandi per l’affidamento delle spiagge, ha visto dimezzare di oltre la metà, nel giro di dieci anni, la mole di investimenti sul settore, che fino al 2006 si aggiravano sui 25mila euro a stabilimento per circa 30mila strutture (900 quelle toscane). Ma è forse sull’indotto che le ripercussioni della Bolkestein si sono fatte sentire di più, con il fallimento del 40% delle aziende produttrici di cabine, ombrelloni, sdraio etc.

“Gli stabilimenti balneari si trovano in un limbo dove non c’è sicurezza né continuità lavorativa – denuncia Fabrizio Lotti, presidente balneari FIBA Confesercenti – e quel che è peggio è che i governi italiani che si sono succeduti non hanno fatto granché per trovare un punto di equilibrio con l’Europa”. Il nodo più duro da sciogliere sta nella ricerca della garanzia di poter prorogare le concessioni in essere. Inutile e rischioso, altrimenti, investire. Da qui la proposta, già avanzata da tempo, del “doppio binario”, che lanci – sì- i bandi per i nuovi lotti di spiagge – ma che preveda anche una proroga di 70 anni per chi uno stabilimento ce l’ha già. A fermare le trattative in corso sono però sopraggiunti due ricorsi dei Tar di Sardegna e Lombardia, che chiedono chiarimenti sulla congruenza della normativa europea a quella interna.

Vero è che il quadro attuale risente anche dell’inerzia di Roma: “Quando il governo italiano poteva intervenire per chiedere delle deroghe, cosa che hanno fatto molti paesi, l’Italia non si è mossa”  denuncia Confesercenti. Spagna e Portogallo hanno di fatto ottenuto proroghe delle concessioni dai 75 ai 90 anni. Perso lo scorso ottobre anche il treno dell’ultimo termine utile per la richiesta di un rinvio, non resta quindi che attendere l’esame dei ricorsi presentati alla Commissione per riprendere il mano la strada del doppio binario. È inoltre prevista, per il 2016, una valutazione UE dell’efficacia della Bolkestein a dieci anni dalla sua introduzione, il cui esito potrà portare a eventuali modifiche.

 

Foto: www.tg24.skay,it

 

 

 

 

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