
Pisa – Ieri, giovedì 2 giugno, un fiume di gente, inarrestabile, circa 7mila a occhio e croce, 4 mila per la questura, ma oltre 10mila per gli organizzatori, proveniente da tutta Italia, ha aderito alla manifestazione lanciata dal Movimento No Base. Obiettivo, dire no alla realizzazione di una base militare nel borgo di Coltano dove raggruppare i reparti speciali dei carabinieri (Gis, Tuscania e nucleo regionale cinofili). Oggi, 3 venerdì 3 giugno, assemblea pubblica alle ore 15 al Circolo di Coltano.
Il decreto che dava il via libera al progetto, firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, era uscito in Gazzetta Ufficiale il 23 marzo susccitando forti perplessità e la protesta trasversale del territorio, per l’impatto che avrebbe avuto su un territorio che già vede la presenza militare fortemente attestata, e in particolare per il sacrificio che sarebbe stato imposto a un’area verde nel Parco naturale di San Rossore, dal momento che il sito sarebbe sorto nell’ex Centro Radar di Coltano. Una parziale apertura alle proteste bipartisan che sono immediatamente scaturite quando la cosa è stata resa nota, con anche le perplessità del segretario del Pd Enrico Letta che aveva parlato di “scelta sbagliata” nell’individuazione del sito, era stata fatta dal governo con l’accoglimento dell’ordine del giorno da parte di Riccardo Riacciardi, parlamentare toscano dei 5S, che era stato accolto dal governo, disponibile a valutare un cambiamento nella sede. Perché comunque, aveva ribadito il sottosegretario Rosario Sasso, il nuovo centro comunque si farà, e dovrà avere determinate caratteristiche, fra cui quella di trovarsi accanto “ad omologhi reparti dele forze armate” e “accanto all’aeroporto militare di Pisa”. A valle di tutto ciò, nel mese scorso era stato attivato un incontro informale a Roma, cui avevano prtecipato il sindaco di Pisa Michele Conti, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Da questo incontro sarebbe scaturito l’accordo di non insediare sedi militari nè a coltano, nè all’interno del parco naturale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, ma di trovare un luogo diverso, oppure più luoghi spacchettando l’insieme di opere. Filosofia contestata dalla manifestazione di ieri, che si oppone in toto al progetto di una nuova sede militare in un territorio, quello pisano, e in un’area che già vede una forte militarizzazione (aeroporto militare e Camp Derby) di altre strutture dello stesso genere. Titolo della protesta infatti, nè a Coltano nè altrove.