
Firenze – La piattaforma Be.Long, pur utile nel futuro, forse non è una priorità, di fronte a ciò che sta accadendo in questi tempi e che accadrà a breve nella quotidianità di migliaia di famiglie residenti, quando lo sblocco di sfratti e licenziamenti, anche se con modalità ancora incerte, potrebbero innescare rivolgimenti socio-economici difficilmente prevedibili. E’ ciò che avanzano i maggiori sindacati inquilini, vale a dire Sunia e Unione Inquilini.
“Quando ho sentito parlare il sindaco di riportare la residenza a Firenze – commenta Laura Grandi, segretaria regionale del Sunia – magari utilizzando anche benefit per i proprietari di case come la leva fiscale, sono sicura che si rivolgesse alle famiglie che oggi non riescono a sostenere gli affitti. Quindi trovo “curioso” che sia stata creata una piattaforma che mette in contatto offerta e bisogno di studenti delle scuole d’eccellenza, ad esempio, o studenti internazionali, come vengono definiti, o ancora start upper e lavoratori con telelavoro. Il problema, mi verrebbe da pensare, forse non è quello di andare a fare smart working in una casa più grande, forse bisognerebbe creare una piattaforma che venga incontro alle necessità di chi, single o famiglia, non riesce a stare a Firenze perché non ne sostiene più il costo, in particolare quello della casa. La verità è che in questo momento quelle persone a cui si chiede di affittare agli studenti internazionali si stanno rifiutando di abbassare i canoni o di mettersi in ascolto di quella che è una richiesta abitativa di lungo termine da parte delle famiglie residenti. Dunque, sicuramente l’utilità futura della piattaforma Be.Long si rivelerà nel tempo, ma continuo a pensare che in questo momento sia assolutamente necessario mettere in campo energie, economiche e di idee, per dare sollievo e risposta a ciò che presto diventerà il principale, a braccetto col lavoro, problema sociale del Paese”.
“Uno sforzo di questo genere che vede convergere una pluralità di soggetti diversi, a vario titolo interessati alla questione immobiliare, la si capirebbe per quanto riguarda la difficoltà abitativa drammatica che il nostro territorio sta attraversando – dice Pietro Pierri, segretario dell’Unione Inquilini – Sarebbe stato senz’altro augurabile che si fosse messo in campo una squadra simile, ancora più allargata, capace di porre in campo analisi, punti di vista, competenze e soluzioni per l’emergenza non solo abitativa che sta sommergendo le fasce sociali più deboli. Insomma ovviamente le due opzioni non si escludono, ma ci sono delle priorità. Gli immobili dovrebbero essere messi a disposizione anche per le famiglie residenti e/o per giovani che non possono permettersi di girare il mondo, senza, ripeto, escludere altre fasce. In questo senso avrei compreso la proposta. I due canali possono non escludersi. In conclusione, non ho visto uno sforzo uguale per quella massa di cittadini che praticamente vengono espulsi dallo studio e dal lavoro”.