
Roma – Italia Nostra denuncia la gravità dell’articolo 3 “Silenzio assenso delle amministrazioni” del disegno di legge delega del Ministro Marianna Madia che introduce il silenzio assenso nei procedimenti autorizzativi delle Soprintendenze finalizzati a tutelare il patrimonio storico-artistico e paesaggistico italiano: “Un grave colpo alla tutela dei beni culturali del nostro Paese”. Chiede al Governo Renzi di non acconsentire, coerentemente con quanto espresso dallo stesso Ministro interessato Dario Franceschini. Il Consiglio dei beni culturali, organo consultivo del Mibac: “Il silenzio-assenso comprometterebbe le misure di tutela e quindi la missione stessa del Ministero”.
Semplificazione nel senso di sburocratizzazione o nel senso di velocizzare forzatamente, magari con un silenzio-assenso, evitando istruttorie e valutazioni tecniche degli uffici competenti? Viene naturale porsi la domanda di fronte all’articolo 3 del disegno di legge delega Madia approvato dalla Camera, che, infatti, Italia Nostra “contesta nel modo più fermo”. Il presidente nazionale di Italia Nostra, Marco Parini ricorda inoltre che “contro il Ddl il Consiglio nazionale del Ministero dei Beni Culturali e i vertici politici del Ministero si sono espressi autorevolmente con condivisione dello stesso ministro Dario Franceschini”. Parrini aggiunge “Una previsione, l’approvazione del DDL, che aveva già provocato una levata di scudi di Italia Nostra insieme a tutte le Associazioni di tutela e dell’intero mondo culturale“.
«Non si comprende – continua Parini – come in un Governo che appare coeso, possa accadere che in seno alla legge delega del Ministro Madia sulla semplificazione dei procedimenti amministrativi e dell’organizzazione della “macchina dello Stato”, si proceda approvando contenuti contestati dal Ministero competente. Si tratta dell’art.3 con il quale si introduce il silenzio assenso nei procedimenti autorizzativi delle Soprintendenze, i cui uffici, dotati di poco personale con funzione tecnico-scientifica, dovranno esaminare e provvedere alle migliaia di istanze per autorizzazioni entro 90 giorni per i quali, in difetto, interverrà il silenzio assenso. Una palese violazione dei principi volti alla tutela del nostro patrimonio storico-artistico e paesaggistico sanciti dall’art.9 della Costituzione e dall’obbligo della funzione di tutela contenuto nell’art.117 della stessa Costituzione. Una “tutela a tempo” per un patrimonio unico al mondo».
Il Consiglio dei Beni culturali e il suo presidente Giuliano Volpe hanno espresso la propria decisa contrarietà al silenzio-assenso, bocciandolo con una una mozione approvata il 14 luglio, in cui si specifica che esso “comprometterebbe le misure di tutela e quindi la missione stessa del Mibac”. Lo stesso ministro Franceschini più volte nelle scorse settimane ne ha invocato la cancellazione.
«Ove il percorso della legge delega, che peraltro contiene l’incredibile progetto di sciogliere il Corpo Forestale dello Stato assimilandolo genericamente al corpo dellArma dei Carabinieri, giunga ad approvazione, – conclude il Presidente di Italia Nostra – chiediamo sin da ora che il Governo, in sintonia con il Ministero competente, non faccia uso di questa delega superficialmente concessa dal Parlamento, non introducendo il silenzio assenso in un decreto legislativo, ma ottemperando alle ragionevoli richieste di celerità di esame delle domande di autorizzazione pervenute alle Soprintendenze assumendo architetti, storici dellarte, archeologi, archivisti la cui presenza per pensionamenti e mancato turn over è ormai ridotta ai minimi termini».