
Firenze – La temperatura si alza, nella contrapposizione fra i lavoratori dei servizi bibliotecari e Archivio storico del Comune di Firenze e i vertici della giunta. Il problema, come si ricorderà, sorge quando i lavoratori, dati alla mano, chiedono conto al Comune dei tagli che secondo loro il nuovo appalto ha subito; tagli che mettono in forse anche alcuni servizi e dunque alzano ombre sulla tenuta occupazionale. Inoltre, il nuovo appalto incrocia anche la affermata volontà dell’amministrazione di procedere con l’inizio della reinternalizzazione, che si era già affacciata con l’ex assessore Tommaso Sacchi, con cui erano state gettate le basi per le modalità con cui si sarebbe dovuto procedere, modalità che, secondo i lavoratori, sono venute meno con la partenza per Milano dell’ex assessore alla cultura. Sul tema, per fare chiarezza dopo le ultime iniziative dei lavoratori (https://www.stamptoscana.it/biblioteche-esce-il-bando-operatori-in-piazza-solo-promesse-il-taglio-ce/) intervengono gli assessori al bilancio Federico Gianassi e al personale Alessandro Martini. “Rispetto allo scorso anno il Comune ha messo 500 mila euro in più sulle biblioteche” dichiara l’assessore Gianassi.
“Sono in corso 30 nuove assunzioni da profilo C e D che valgono un milione di euro e faremo un nuovo concorso specifico per bibliotecari entro l’anno, oltre a garantire la formazione specifica. Siamo stanchi di bugie” afferma senza giri di parole l’assessore Martini.
“In un momento storico certamente difficile come quello attuale, Firenze ha scelto non solo di non tagliare lo stanziamento ai servizi bibliotecari ma anzi di aumentarlo – sottolinea Gianassi – se nel bilancio di previsione del 2020 e 2021 erano previsti sulle biblioteche 2,7 milioni all’anno, con il bilancio di previsione del 2022 che porterò in consiglio comunale il prossimo 28 febbraio sono previsti circa 3.200.000 euro all’anno, oltre agli investimenti ulteriori in politiche assunzionali che per il 2022 valgono circa un milione di euro, cioè quanto sarà necessario per fare 30 assunzioni. Voglio ribadire con forza che la giunta ha mantenuto fede all’impegno che si era assunta nei mesi scorsi. Questi numeri sono la riprova dell’impegno che l’amministrazione mette nel garantire anche in tempi difficili il sostegno ad un servizio che riteniamo di fondamentale importanza”.
“Il nuovo appalto – dice ancora Martini – consentirà una forte implementazione di tutti i servizi bibliotecari. Non ci sarà quindi nessun taglio e presto avremo nuovo personale stabile, formato e qualificato”.
L’accusa di bugie è respinta al mittente dai lavoratori, che contestano punto su punto. “La prima affermazione, ovvero che rispetto allo scorso anno ci siano 500mila euro in più per le biblioteche è falso – dice Giuseppe Cazzato, Cobas, che ha seguito la vicenda dal suo primo apparire – perché a inizio anno erano previsti, per il nuovo bando, 3milioni e mezzo di euro l’anno, secondo quanto riportato nel programma per l’acquisto di beni e servizi contenuto nel DUP allegato al bilancio 2021/2023, per un totale di 14 milioni di euro per le 4 annualità di durata del bando. E’ bene precisare che sono gli importi riportati in questo documento a determinare i limiti cui si deve attenere il dirigente, nella stesura del bando per il nuovo appalto – sottolinea il sindacalista – ed è a queste cifre che bisogna riferirci per determinare se ci sono stati o meno i tagli che denunciamo”.
Un primo taglio, secondo quanto spiegato dal rappresentante sindacale, sarebbe avvenuto già nell’ottobre 2021. “Il primo taglio c’è stato il 4 ottobre 2021, con l’approvazione della variazione di bilancio – continua Cazzato – sempre nello stesso documento i 14milioni nei 4 anni sono diventati 12 milioni, che avrebbero consentito un appalto di 3 milioni circa l’anno rispetto ai 3,5 milioni precedentemente previsti. L’ultimo taglio, quello che ora ci interessa e che ha determinato gli importi del bando già pubblicato, sono quelli contenuti nel bilancio 2022/2024, dove nel programma di acquisto di beni e servizi le risorse per il bando sono ulteriormente diminuite per un importo di 10.448.000 euro per le 44 mensilità di durata dell’appalto, equivalenti a 2 milioni 840mila euro l’anno”.
Minori risorse che hanno una avuto una ricaduta importante. “Hanno determinato la necessità di suddividere i servizi messi a gara in due tranche, la prima con i servizi che hanno la copertura finanziaria prevista nel bilancio per 2milioni 840 mila euro, e una seconda tranche che comprende tutta una serie di servizi, altrettanto importanti, che per essere attivati necessitano di ulteriori risorse attualmente non previste in bilancio, equivalenti 566.000 euro l’anno per un totale, per le 44 mensilità dell’appalto, di oltre 2 milioni di euro”, spiega il rappresentante sindacale.
“A conti fatti dunque, affermare che rispetto allo scorso anno ci sono 500mila euro in più è falso. Per garantire tutti i servizi – prosegue Cazzato – quindi anche i servizi opzionali previsti nel bando che attualmente non hanno copertura finanziaria, occorrono 566mila euro l’anno, che, per i 44 mesi della durata totale dell’appalto, equivalgono a 2milioni 077mila 094 euro. Questi sono i soldi che mancano. Non solo non ci sono i 500mila euro in più dichiarati dall’amministrazione, ma mancano 566mila euro. Queste sono le cifre ufficiali. Dunque, o ci viene spiegato dove sono i 500mila euro in più di cui tanto si parla, e noi saremo felici di esserci sbagliati, oppure tutto il resto sono solo parole”. Pertanto, continua il sindacalista, “chiediamo che il bilancio 2022-24 preveda la copertura finanziaria anche per i servizi opzionali”.
Ed arriviamo al secondo punto, le 30 nuove assunzioni. “Anche qui, si tratta di un falso – spiega il rappresentante sindacale – nel senso che i profili professionali previsti per le biblioteche sono quelle di istruttore direttivo bibliotecario e di aiuto bibliotecario. Finora è stato fatto solo un bando di mobilità per istruttore direttivo bibliotecario che ha visto l’assunzione di tre unità, delle quali una già operante all’interno delle biblioteche e non sono stati banditi altri concorsi per queste figure professionali. Altre assunzioni sono state fatte attingendo dalla graduatoria per istruttori amministrativi che andranno a ricoprire funzioni diverse rispetto a quelle dei servizi bibliotecari. Le nuove 30 assunzioni che hanno annunciato di voler fare nelle biblioteche, a meno che non si continui ad assumere personale amministrativo che per noi è come assumere carrozzieri al posto di ortopedici al Cto, significano solo che quelle figure di personale amministrativo verranno tolte ad altri servizi che forse hanno ne hanno maggiore bisogno, come l’ufficio casa, i servizi sociali, i servizi anagrafici”. Quanto a quest’ultimo, che presentava una sofferenza di personale di circa 50 unità, con le ultime assunzioni sono state destinate poche persone, tant’è vero che in questi uffici sono costretti a fare straordinari programmati obbligatori per far andare avanti la macchina.
“Le 30 assunzioni di cui si parla – aggiunge il sindacalista – vengano poste in questi servizi. Se poi si vuole procedere alla reinternalizzazione, si deve procedere con un altro iter, quello concordato con l’ex assessore alla cultura Tommaso Sacchi, che prevedeva un passaggio con la delegazione trattante per dare la possibilità a chi garantisce il servizio da 15 anni di far valere titoli ed esperienza professionale nella fase concorsuale, reinternalizzazione che avrebbe preso avvio dopo la scadenza del bando, per il quale è stata prevista una minor durata proprio perché propedeutico al processo di reinternalizzazione”.
E si giunge ai tavoli del mese scorso. “L’impegno che aveva preso l’assessore Martini il 4 di gennaio scorso, ovvero di attivare subito un tavolo di confronto su questo tema resta a tutt’oggi inevaso, nonostante i ripetuti solleciti fatti dalle Rsu – conclude Giuseppe Cazzato – inoltre, l’affermazione di Martini è contraddittoria nei termini, in quanto non si può allo stesso tempo parlare dell’assunzione di 30 persone subito e anche di concorso specifico che deve essere ancora avviato; le 30 assunzioni non possono essere per le biblioteche se non per quanto riguarda il personale amministrativo, in caso contrario si inficia il nuovo concorso. Quando poi si parla di personale stabile, formato e qualificato, faccio presente che l’attuale personale delle biblioteche è tutto formato e qualificato, gli manca “solo” la stabilità . Sulla formazione, è bene ricordare che anche lo stesso personale comunale presente nelle biblioteche è tutto personale autoformato, perché in questi anni le risorse per la formazione, per tutto l’ente comunale, sono state praticamente nulle. Si potrebbe arrivare così al paradosso che le 30 persone nuove assunte e non formate, saranno formate dal personale degli appalti, che poi verranno liquidati senza nemmeno un grazie”.
Foto d’archivio stamp toscana