
Firenze – Delle due l’una: o si sono “dimenticati” di calcolare che per far funzionare le scuole con l’aggiunta delle materie di “potenziamento” (inglese, musica e via dicendo) servono circa 2035 insegnanti in più, o la dimenticanza non è dimenticanza e si spaccia la riforma del potenziamento per quello che non è. Vale a dire che gli insegnanti aggiuntivi per aumentare le conoscenze degli studenti in realtà serviranno semplicemente a garanzia della regolarità dell’insegnamento. Una grande bufala dunque? Non esattamente, spiega Alessandro Rapezzi della Cgil scuola che lancia il sasso ma non nasconde la mano. Infatti, dice il sindacalista, ben venga la stabilizzazione degli insegnanti (per la Toscana la prima tranche di assunzioni che parte a settembre è di 2.406 insegnanti (i posti disponibili nel cosiddetto organico di diritto, vale a dire i posti determinati al termine delle iscrizioni degli alunni, che sono il risultato di un’operazione matematica).
A scompaginare il disegno interviene, secondo Rapezzi, una variante che è rimasta, dice la Cgil, nella “penna” del legislatore. La variante è costituita dal cosiddetto “organico di fatto”. Ecco un elemento intrigante ma determinante nell’assicurare lezioni regolari ai nostri figli. Di cosa si tratta? L’organico di fatto “raccoglie” gli “spezzoni” di orario che rimangono fuori dalla fase precedente, oltre alcuni insegnamenti aggiuntivi. Tutti posti che dovrebbero essere coperti da insegnanti di ruolo ma che tradizionalmente, per stare al passo con la dinamica dei numeri degli alunni, viene lasciata ai precari evitando così “soprannumeri” fra i docenti titolari. Questa categoria in cui finiscono anche lo sdoppiamento delle classi, le sezioni musicali, l’inglese alle elementari, per quanto riguarda la Toscana, facendo la differenza con l’organico di diritto, arriva a 2035 posti.
Complicato? Abbastanza. Ma a complicare davvero la matassa, arriva l’organico potenziato. Di cosa si tratti in realtà, non è molto chiaro, almeno a questi punti. viene introdotto per legge, ma non si capisce se comprende l’organico di diritto, l’organico di fatto o entrambi. Cosa potenzia? Chiede il sindacato. Domanda legittima, continua Rapezzi, se si guardano i numeri: con quelli proposti, dice, si copre a malapena l’organico di fatto. Insomma, si torna al punto: col potenziamento mancano circa 2mila assunzioni in Toscana.
Insomma la coperta è corta: si tira da una parte, ci si scopre dall’altra. Soprattutto perché la riforma della buona scuola, nelle intenzioni di Renzi avrebbe dovuto cancellare la parola stessa di “supplente”. “Invece, di fatto si comincia con i solito problema delle supplenze “scoperte” – dice Rapezzi – in Toscana, senza la legge sulla scuola, abbiamo 7.411 supplenze annuali da coprire. Con il piano del governo e le assunzioni spalmate in due anni si arriva a 6.800. Mancano altri 800 insegnanti all’appello”. Di spazzare via il precariato, poi, non se ne parla neanche, vista la necessità di colmare i posti scoperti delle supplenze annuali.
Riassumendo, questo è il quadro: sul fronte alunni, in Toscana gli studenti passano da 461.927 del 2011/2012 a 481.769 del 2015/2016, vale a dire 20mila in più. Gli alunni disabili aumentano, nello stesso periodo di 1.319 unità. A fronte di ciò, le assunzioni previste dal governo restano al palo, troppo poche per assicurare regolari svolgimenti della vita scolastica con in più il “potenziamento”. A questo si aggiunga la questione “sociale”: in Toscana i 2406 posti in organico di diritto scoperti verranno coperti dalle stabilizzazioni, mentre i 2035 posti in organico di fatto andranno coperti da supplenze annuali. Precariato e supplenze dunque, niente di nuovo sotto il sole. Soluzione del sindacato: “Bisogna procedere alla stabilizzazione anche di questi 2035”. Che, diciamo noi, sono quelli “dimenticati” dal legislatore. Che però ha voluto mettere nella legge il potenziamento da attuarsi assumendo 2937 posti di ruolo. “Come? – chiede Rapezzi – questo è l’investimento sulla scuola? Senza legge sulla scuola avremo avuto 4.441 supplenti “ordinari” più 2970 insegnanti di sostegno. Totale, lo stato avrebbe dovuto pagare 7.411 supplenti annuali. con la legge, si nomineranno comunque quasi 4mila supplenti per l’anno, mentre le assunzioni del prossimo anno non basteranno a coprire i supplenti. Dov’è l’investimento?”.
Se questo è il quadro insegnanti, il problema è ancora più evidente parlando di personale Ata, vale a dire amministrativi e operatori interni della scuola. Se gli alunni aumentano di 20mila unità, il personale Ata, per l’anno 2015-16 subisce un taglio di 119 posti. Ma anche qui, non è così semplice. “sono cambiate le tabelle di “valutazione” del personale Ata – spiega Rapezzi – e, con i nuovi calcoli, la toscana risulta colpita da un taglio pari a 212 unità, 100 amministrativi, 112 collaboratori scolastici. Ma, dal momento che alla regione “basta” il taglio di 119, resta un tesoretto di circa 100 persone, che vengono redistribuiti nelle varie scuole e che sono una vera e propria iniezione di instabilità nel sistema scolastico”. Non solo: questo “tesoretto” umano, vedrà ricontrattare la propria posizione ogni anno, e la ridistribuzione verrà effettuata attraverso un progetto presentato dalle scuole.
“La situazione è talmente grave – continua Rapezzi – che il sottosegretario Faraone ha assicurato che nonostante i tagli il personale Ata verrà “ridato” tutto”. Dunque, a cosa serve sbandierare i tagli? …
Tirando le fila, il sindacato assicura mobilitazioni e presidi, ma soprattutto, in questa prima fase, assemblee di informazione, “perché – conclude Rapezzi – il primo punto è informare il personale di ciò che sta veramente accadendo”.
Nella foto: Alessandro Rapezzi Cgil scuola