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Buti, il PNRR e la rinascita dei piccoli centri toscani Cultura

Firenze – “Tornerà il tempo. Buti e la rinascita dei piccoli centri nel segno della qualità della vita” è il nuovo libro di Gabriele Parenti, pubblicato nelle Edizioni Eda del Consiglio regionale della Toscana.

Ma qual è il tempo di cui l’autore auspica il ritorno? Anzitutto è il tempo in cui la pandemia sarà definitivamente debellata. (Quando il libro è andato in stampa la guerra in Europa non era ancora scoppiata). Il titolo è una parafrasi del motto (le temps revient) coniato da Lorenzo de’Medici e che utilizzò nella Giostra del 1469 per sottolineare che dopo un periodo di crisi segnato da sciagure e segni di decadenza, stava tornando il tempo della fioritura. Oggi l’auspicio è che possano rifiorire le molte attività e che si sarà una nuova attenzione alla qualità della vita  e ai valori ambientali.

Parenti ricorda l’epoca dell’urbanizzazione selvaggia negli anni ’60 quelli del miracolo economico e dell’industrializzazione, con l’abbandono delle campagne e quindi la perdita di molte attività agricole anche pregiate come l’olivicoltura, e la crescita demografica delle città. Negli ultimi decenni c’è stato. Invece, un processo di “fuoriscita” dalle città (dapprima per i prezzi delle abitazioni, poi per uno stile di vita più confortevole ). Da qui una crescita delle aree metropolitane mentre, per i piccoli centri è continuata la stagione della stagnazione.

Comunque, il fatto che la Toscana abbia inserito nel PNRR progetti relativi alla rinascita di alcuni piccoli borghi è un segnale positivo in questa direzione.

Ma, è soprattutto con le modifiche delle attività lavorative, con la crescita del terziario e anche con nuove forme di smart working non dettate dalla contingenza, che si può prevedere un nuovo passo in avanti, che avrà per protagonisti i piccoli centri di campagna.

Il libro prende Buti (Pi) di cui ha conoscenza diretta,  come esempio dei piccoli centri che grazie alla loro vivacità culturale, al maggiore contatto con la natura, alle bellezze paesaggistiche e ai ricordi storici  potrebbero avere una nuova stagione di rilancio.

Parenti ritiene che nel prossimo futuro emergerà con sempre maggiore forza un nuovo amore per la campagna e per la vita dei piccoli centri che torneranno a fiorire se non ci si limiterà ad abitare in provincia come mera residenza. ma si tornerà a gustare la vita comunitaria con le sue caratteristiche precipue di condivisione, convivialità, relazioni umane, amicizie.

Ma anche grande attenzione alle bellezze naturalistiche (ci si richiama al libro di Franco Lari in cui parla dell’olivicoltura come opera d’arte) all’impianto urbanistico ,al paesaggio  come rivelano le numerose e splendide foto di Lido Scarpellini.

Nell’era in cui ci contattiamo solo attraverso i social network, o al massimo con chiamate vocali e in cui sembrano dominare i non luoghi di cui parla Marc Augè proprio i borghi, i piccoli grandi mondi dei paesi di provincia possono essere la chiave di volta per una nuova crescita delle relazioni umane e Buti, anche in questo senso, può essere un modello d’ integrazione perché un’identità forte alimentata dalla grande tradizione culturale è maggiormente capace di integrare e di integrarsi.

Ampia parte del libro analizza appunto come a Buti (ma si sottolinea che il discorso vale per la gran parte dei piccoli centri di campagna) le tradizioni locali, i ricordi storici, se peculiarità culturali si amalgamano in una sorta di “personalizzazione”, favorita anche dalla sua posizione, circondato da monti e colline che, nel corso dei secoli, lo ha mantenuto distinto dalle località vicine.

Passeggiare per il centro storico, tra il Duomo, la Villa Medicea, il Teatro, o nei borghi più come Castello(contrada S.Rocco), Panicale e nelle altre contrade del celebre Palio, ci consente di cogliere le stratificazioni di una cultura millenaria che si arricchisce quando visitiamo agglomerati urbani come Castello, Panicale, l’Ascensione o Castel di Nocco, i nuclei più antichi. In modo analogo, sono parti cospicue del nostro vissuto anche altri aspetti non strettamente urbanistici come i canti in ottave, le opere dei poeti, dei pittori, degli autori teatrali, di storici e letterati. Tout se tient.

La conclusione è che la grande forza dei piccoli centri è valorizzare il patrimonio del passato guardando al futuro Il Presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo nella prefazione ha scritto: “La Toscana è terra di Piccoli centri, densi di storia e ricchi di relazioni. Questo libro ci fa riscoprire un tratto dell’identità toscana non solo come segno di un passato da custodire, ma anche come chiave di interpretazione del presente e prospettiva per il futuro. Il mio augurio è che Buti e la Toscana sappiano vivere in pienezza questo futuro migliore da costruire insieme”.

E la Sindaca di Buti, Arianna Buti, nell’introduzione,  ha  sottolineato che “ Nel descrivere il patrimonio materiale composto dai monti e dall’abitato, dove non c’è una separazione netta tra l’assetto urbano e il territorio circostante, ma sono un tutt’uno e quello immateriale, frutto della tradizione del recitar cantando, della poesia, dell’innata socialità dei butesi e del forte senso di comunità, Gabriele traccia una direttrice di che cosa potrà  essere Buti nei prossimi anni e delle opportunità che potrà cogliere grazie alle sue peculiarità”.

Nella foto Gabriele Parenti

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