
Firenze – L’assessora defenestrata per aver dato una sua opinione sulla possibilità di riaprire al dibattito sulla tramvia in piazza Duomo, Cecilia Del Re, risponde alla sua estromissione dalla giunta, decisa stamattina (“Ho preso una decisione difficile”) dal sindaco Nardella.
E risponde mettendo sul tavolo quello che secondo lei è stato un pretesto, una sorta di incidente diplomatico voluto per portare a termine l’operazione di cui si era già parlato nei giorni scorsi, ovvero un rimpasto. Rimpasto dettato forse dal passaggio di consegne nazionale, ma che servirebbe anche, secondo alcuni osservatori, a mettere il silenziatore a una delle candidate in pectore alla poltrona di sindaco, capace di costruire rapporti trasversali sia nel partito che esternamente, fra le varie anime della città.
“Appare chiaro, lo si capisce dai fatti che hanno preceduto la decisione odierna, che in realtà questo episodio – dice l’ormai ex assessora Del Re – è stato un pretesto per compiere una manovra di cui si è letto sui giornali nei giorni scorsi, il rimpasto di giunta”. L’occasione per affermare ciò, la conferenza stampa convocata dalla stessa Del Re al Conventino. “Ho appreso la notizia (dell’estromissione dalla giunta) dagli organi di stampa, non sono riuscita a parlare col sindaco Nardella, gli ho chiesto un incontro, ho provato a chiamarlo, ma senza successo – spiega ancora Del Re – ringrazio coloro che si sono mobilitati in modo trasversale, e si sono dissociati, anche nell’area Schlein. In molti mi dicevano che la resa dei conti era stata solo rinviata. Mi auguravo che così non fosse, e che si potesse aprire una nuova stagione per il Pd anche a livello territoriale”.
Tuttavia, ha concluso Del Re, “non basta cambiar pelle a livello nazionale se le stesse logiche perdurano a livello locale: il gesto odierno, i toni di questi giorni, non sono un bel messaggio”. Soprattutto “considerando che questo è un momento importante per il nostro partito, si apre una nuova fase con una nuova segreteria e anche con un nuovo auspicio a lavorare in armonia e unità”. Toni severi, ma che sembrano rivolti, al di là del sindaco con cui la partita è chiusa, in modo ampio al Pd e anche oltre.
Una defenestrazione che tuttavia lascia irrisolti alcuni punti, primo fra tutti il cui prodest di antica memoria. A chi giova? Poco alla giunta Nardella che ha eliminato uno dei suoi assessori più capaci di tessere relazioni sociali e politiche, nonostante il muro compatto a favore del sindaco che ad ora proviene dal partito; e se per caso qualcuno fosse così diabolico da pensare a un teatrino costruito per rendere libera Del Re di giocarsi le proprie alleanze in previsione di una campagna elettorale in cui difficilmente il Pd avrebbe potuto candidarla, la stessa prima mossa di Fossi, solidale con Nardella, spiazza l’ipotesi.
Ma c’è anche altro e la nota diffusa dalla stessa Del Re lo fa trapelare distintamente. “La tramvia al Duomo non è prevista nel Piano Operativo, non ho formulato questa proposta in nessuna sede, ma poiché la staffa al Duomo è stata chiesta dal gruppo del PD come nuova scheda da inserire nel Piano Operativo, essendo presenti dei giornalisti in aula, a margine del dibattito, ho riferito loro la mia opinione personale sul fatto che poteva essere un’opzione per affrontare il tema dell’accessibilità al centro, che è un tema del programma di mandato”.
Dunque, nessuna dichiarazione ufficiale, come precisa ancora l’ex assessora: “Ho però detto ai giornalisti che non rilasciavo dichiarazioni pubbliche sul tema, ma di riferirsi a quello che avevo affermato sul punto in consiglio comunale e nel comunicato stampa. E, infatti, non sono state riportate dai giornali mie dichiarazioni sul punto. Ma il dibattito è esploso prendendo grande spazio, come se addirittura fosse una decisione già presa”. Ma perché, vista la polemica, non chiarire subito?
Imboscata o qualcos’altro? “Abbiamo visto Elly Schlein vincere le primarie proponendo un partito aperto, plurale, meno vecchio e patriarcale – dice ancora Del Re – tra ieri e oggi abbiamo visto il contrario di questa idea di politica e di società (….) Il gesto odierno, i metodi e i toni usati ieri e oggi nei miei confronti non sono un bel messaggio né per la nostra città né per chi ci guarda da fuori”. Significativo il titolo della nota: “Si può far fuori una donna per le sue idee?”.