
Prato – Nell’uscita pubblica per presentare un’anticipazione dello studio “L’economia della Toscana. Aggiornamento congiunturale“, il nuovo direttore della sede di Firenze della Banca d’Italia, Mario Venturi, ha invitato le banche di credito cooperativo monitorate dalla sede toscana dell’istituto a un generale ridimensionamento.
Per il direttore della sede fiorentina di Banca d’Italia, dunque, ogni Bcc (non solo ChiantiBanca quindi) in assemblea straordinaria (presumibilmente nel maggio 2018) “dovrà modificare lo statuto e sottoscrivere il contratto di coesione e il sistema di garanzie”, che è poi è l’adesione fra la holding e la banca stessa. Un passaggio per il quale sarà obbligatoria l’assemblea straordinaria, che prevede la presenza del 10% del corpo sociale (fra presenti fisicamente e per delega). È vero anche che Palazzo Koch “ha dato indicazioni per stoppare il rischio che ciascuna Bcc negozi l’appartenenza all’uno o all’altro gruppo in funzione di maggiore autonomia che non sia giustificati dal peso patrimoniale.
Non è a caso che la neonata associazione “Per una Banca in terra Toscana”, dopo la richiesta ai vertici di Chiantibanca, dell’adozione del voto elettronico via Internet, ha diffuso nei giorni scorsi una mappa che mostra un importante raggruppamento di sportelli di credito cooperativo all’interno della regione toscana.: “Da soci – avverte – non possiamo che segnalare il rischio che il valore stesso delle nostre quote sia in pericolo. La sovrapposizione che in Iccrea si creerebbe a livello territoriale con le altre banche di credito cooperativo (il 99% delle Bcc toscane ha scelto Iccrea, ndr) precluderebbe il futuro sviluppo di Chiantibanca”.
Aderire a Ccb – sostiene al contrario -“darebbe la possibilità di uno sviluppo territoriale mantenendo i livelli occupazionali, e rafforzando la situazione patrimoniale. In questo gruppo Chiantibanca è l’unica Bcc toscana insieme a Castagneto Carducci, assai più piccola e operante in una zona diversa”.
“Andando con Iccrea – ribadisce l’associazione – ChiantiBanca si troverebbe in sovrapposizione con altre Bcc toscane, che controllano la Federazione toscana e andrebbe incontro a chiusure di sportelli. Nel Gruppo trentino, essendo la sola nella Toscana centrale, ChiantiBanca potrebbe invece svolgere un ruolo di rilievo, in particolare per le funzioni che verrebbero decentrate, come il controllo e il monitoraggio.”
Diversa la posizione dell’attuale vertice di ChiantiBanca: “Rimanere agganciati alle consorelle toscane – sostiene ha detto il presidente Cristiano Iacopozzi, incontrando i dipendenti qualche settimana fa – offre supporto e garanzia solidaristica di riassorbimento nella rete di personale che in futuro dovesse risultare in esubero presso eventuali sportelli non redditizi.”