
Firenze – Una vittoria senza mezzi termini, gravida di significato anche politico, oltre che giuridico. La sentenza è stata emessa dalla Corte di Cassazione, Sezioni Unite civili, e riguarda il ricorso intentato dalle organizzazioni sindacali Cgil,Cisl, Uil e Usb nei confronti della Corte dei Conti della Toscana che, com’è noto, aveva contestato il danno erariale nei confronti dei sindacalisti; per l’esattezza, di quelli che avevano fatto parte della delegazione che aveva sottoscritto due accordi con l’amministrazione comunale (nel 2010 e nel 2012) circa il trattamento retributivo accessorio del personale del Comune di Firenze. Il ricorso era stato fatto da parte dei sindacati sul regolamento di giurisdizione.
Ebbene, dopo oltre due anni di “insulti, improperi, infamie, accuse degradanti” dice il leader dell’Usb Stefano Cecchi, “questa sentenza smonta un vero e proprio teorema politico messo in piedi dall’ax-sindaco Renzi e da Manzione, per colpire la contrattazione collettiva nel comune di Firenze”. La vicenda, che si è dipanata fra colpi di scena e con sullo sfondo un durissimo confronto fra sindacati e amministrazione, aveva visto, nel 2013, venticinque persone, fra cui si trovava anche il drappello dei sindacalisti oltre a dirigenti del Comune di Firenze e revisori dei conti, indagate dalla Corte dei Conti della Toscana che ipotizzava un danno da 50 milioni per irregolarità negli stipendi dei dipendenti comunali.
Ed ecco cosa dice di fatto la Corte: accogliendo il ricorso delle parti sindacali, la Cassazione stabilisce il difetto di giurisdizione della Corte dei Conti, “escludendo qualsiasi responsabilità contabile a carico dei rappresentanti sindacali che sottoscrivono accordi collettivi”. In soldoni, i sindacalisti nella firma degli accordi non hanno reposnsabilità alcuna per quanto riguarda presunti danni erariali.
Ma il passaggio della sentenza di Cassazione che rappresenta una vera e propria svolta nella vicenda, è, secondo Cecchi, la definizione che riguarda il ruolo stesso del sindacato. “I sindacati – dice Cecchi citando la sentenza – hanno svolto il loro ruolo, vale a dire quello della rappresentanza degli interessi antagonistici rispetto a quelli datoriali, dei lavoratori da cui hanno ricevuto il mandato”.
“Un messaggio importante – conclude Cecchi – che ha una valenza politica eccezionale e che ci dconsente di guardare avanti. La prossima sentenza attesa è quella del giudice del lavoro, che si pronuncerà il 4 settembre prossimo. Ma intanto questa pronuncia della Cassazione ci solleva e ci rassicura su quello che abbiamo sempre creduto, sulla fiducia di aver svolto tutto con coscienza. Vorrei anche dare un messaggio a tutti i lavoratori e le lavoratrici: riacquistiamo fiducia nel fatto che sia possibile riacquistare quello spazio di diritti e di salario che c’è stato tolto in questi anni”.
Intanto, la nota dell’Rsu del Comune, che esprime grande soddisfazione per la sentenza, ricorda anche che, se “con questa sentenza si chiude una pagina oscura delle vicende contrattuali al Comune di Firenze; altre pagine restano aperte”. Ci si riferisce al 4 settembre, quando si terrà l’udienza presso il Giudice del Lavoro, affinché sia riconosciuta la legittimità “dei contratti decentrati sottoscritti ed escluda qualsiasi recupero salariale a carico dei singoli dipendenti, sui quali grava ancora la famosa messa in mora del Comune differita al mese di novembre 2015”.