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Confindustria benedice il matrimonio fra imprese e istituzioni Economia

Firenze – Le grandi infrastrutture sono in dirittura d’arrivo: l’aeroporto, le autostrade, le tramvie, altre sono ormai vicine al traguardo dei cantieri, come il termovalorizzatore. E’ dunque un’aria di concretezza, di fisicità di materiali, di impianti che si vedono costruire, quella che si è respirata all’Assemblea annuale di Confindustria Firenze che si è tenuta  al cinema Odeon e che ha ratificato il cambio della guardia fra Simone Bettini e Massimo Messeri.

Bettini ha delineato un sintetico bilancio dei suoi quattro anni di presidenza, raccontando di un’iniziativa dal forte significato simbolico dello stato dei rapporti con Firenze e la nuova Città  metropolitana:  gli industriali hanno sponsorizzato la nuova illuminazione del Salone dei Cinquecento che sarà installata nei prossimi mesi. Si illumina dunque il centro dell’attività civica che è diventato anche il centro di una città sempre più internazionale, la cui economia è sempre più retta da grandi imprese multinazionali  in “network con il sistema piccole e media imprese”. Industriali e Istituzioni dunque vivono un nuovo felice matrimonio.

Così come importante è un secondo punto forte della gestione Bettini: il rapporto sempre più stretto con le altre organizzazioni confindustriali regionali, alcuni dei presidenti delle quali erano presenti in sala: “Stiamo lavorando per un’unica Confindustria regionale. E’ un percorso ad ostacoli, ma campanili e  bandierine non sono più compatibili,  perché la geografia economica e già organizzata in macroaree. Occorrono sinergie ed economie di scala che è quella regionale”.

Raccogliendo il testimone, Messeri  interpreta  la sua associazione come “una protagonista insieme ad altri protagonisti dove si definisce il business plan del territorio o come si possono attrarre investimenti” e ribadisce che “se questa eccellenza la confiniamo in una dimensione provinciale si va poco lontano, basta pensare al fatto che nell’elenco delle prime dieci forze industriali mondiali  alcune stati sostituti da paesi che 15 anni fa non stavano nella lista. Solo quelle industrie che capiranno questi termini potranno cogliere le opportunità”.

Ma è stata una frase del sindaco di Firenze Dario Nardella che ha raccolto il maggior numero di applausi, che avevano come un carattere liberatorio: “Fino a quando rimarrò sindaco questa amministrazione non si piegherà alle ideologie del no sempre e comunque che hanno tenuto in ostaggio i territori per 30 anni. E’ un rischio, ma siamo qui per rischiare,  non per restare, se siamo convinti delle scelte di qualità e innovazione del territorio. E’ un clima nuovo con il mondo economia e il mondo imprese”.

La nascita di una nuova classe dirigente?  E’ quella che preconizza Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio di Firenze: “Una cultura di classe dirigente che permetta di rispondere quando va in difficoltà un progetto, che li difenda e che trovi le soluzioni, non che li abbandoni al primo ostacolo”.

 

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