
Un migliaio gli studenti si sono riuniti stamattina in corteo a Firenze per protestare. Proteste che vanno dalla crisi, che vede sotto fuoco incrociato (fra tagli, ridimensionamenti, numeri chiusi e test d'ingresso senza parlare della situazione degli insegnanti) lo stesso diritto all'istruzione, a qualcosa che gli stessi manifestanti indicano come “subdolo, ma non per questo meno efficace” metodo di “controllo e sorveglianza” delle scuole. E, naturalmente, di tutti quelli che ci stanno dentro per buona parte del giorno, alle scuole. Telecamere di sorveglianza, registri elettronici e cani antidroga sono alcuni degli strumenti che i ragazzi additano come “simboli” della sempre più invasiva presenza del “sistema sorveglianza”. Un esempio ancora? Il divieto di fumo ormai esteso a tutto l'edificio scolastico, comprese le aree finora “libere” come quelle all'aperto, vale a dire, ad esempio, cortili interni e giardini. Un divieto che destò un certo clamore, qualche settimana fa, quando fu multata una studentessa al Michelangelo “perché fumava in giardino”.
Dunque, in sintesi, non è solo la crisi, Monti, Letta, il governo in toto, i partiti, il sistema, l'economia a essere preso di mira da questo corteo, ma anche tutti quegli “strumenti” che mirano comunque a “indagare” in modo sempre più profondo nell'esistenza quotidiana. Ragioni di sicurezza? “Non esageriamo – sorride una ragazza – pur con tutti i distinguo del caso, anche Guantanamo era stata aperta “per ragioni di sicurezza”. Forse il paragone è un po' forte, ma senz'altro rende l'idea.
Infine, una vetrina imbrattata in via Tornabuoni (“Tutto questo lusso è una provocazione”) qualche fumogeno e arrivo in piazza Santo Spirito, dopo aver sfilato per il centro da piazza San Marco.
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