
Firenze – I giudici della Cassazione respingono il ricorso della difesa e Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da quasi quattro mesi per protestare contro il 41bis, resta in regime di carcere duro. La decisione è stata presa dopo lunghe ore e nonostante lo spiraglio aperto dallo stesso Pg della Cassazione, Pietro Gaeta, che aveva depositato la sua relazione l’8 febbraio scorso. In sintesi, la requisitoria del Procuratore generale metteva il punto sul fatto che essere, o essere stato, il leader di gruppi anarchici ed essere riconosciuto come punto di riferimento per i suoi scritti o le condanne passate, non sono ragioni sufficienti per l’applicazione ad Alfredo Cospito del 41-bis, dal momento che per applicare la norma, è requisito necessario dimostrare e provare il concreto e attuale legame con il mondo anarco-insurrezionalista. La tesi non è dunque stata accolta dai supremi giudici della Prima sezione penale, presidente Angela Tardio.
Rabbia e delusione da parte degli anarchici, in attesa davanti al Palazzo della Cassazione, mentre da Milano giunge la voce di Cospito: “Spero che qualcuno dopo di me continuerà la lotta”, aggiungendo che “morirà “presto”. I pareri favorevoli da parte della Dnaa, Dda e Dap inviati al ministro Nordio avevano fatto ritenere, insieme alla requisitoria di Gaeta, che qualcosa potesse cambiare per Cospito. L’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, che è passato dal presidio tenuto dagli anarchici sorvegliati da un ingent spiegamento di forze dell’ordine, ha definito la decisione della Cassazione una sconfitta del diritto. “Dopo la lettura della requisitoria del procuratore generale Gaeta pensavamo che il diritto potesse tornare ad illuminare questa buia vicenda. Ma la decisione di questa sera dimostra che ci sbagliavamo. Leggendo i pareri favorevoli della Dnaa, Dda e Dap inviati al Ministro – ha aggiunto – avevamo capito che la decisione ministeriale fosse stata politica e non giuridica”.
Al momento dunque, Cospito resta al 41bis. Per ora è ricoverato nel reparto penitenziario dell’ospedale milanese San Paolo. Nei giorni precedenti la sentenza della Cassazione aveva ricominciato a prendere gli integratori per giungere lucido al momento della decisione. Il ministro della giustizia Nordio si era intanto rivolto al comitato di bioetica per un parere sulla possibilità di utilizzare la nutrizione forzata nei suoi confronti in caso di peggioramento delle sue condizioni di salute.
I giudici della Prima sezione penale dunque, che hanno ribadito la necessità del 41bis per l’anarchico, hanno ritenuto che il pericolo segnalato dal Tribunale di Sorveglianza di Roma che Cospito potesse, in regime ordinario, continuare ad esercitare “il suo ruolo apicale” tra gli anarchici anche fuori dal carcere sussistesse; posizione che, come emerge dal verdetto, è stata fatta propria dalla Cassazione. Entusiasmo del ministro Salvini alla sentenza, “Non saranno violenza e minacce a cambiare leggi e sentenze”, mentre per Alleanza Verdi e Sinistra è una “decisione molto dura di cui prendiamo atto in attesa delle motivazioni”.
In foto, un presidio contro il 41 bis a Firenze