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Costa San Giorgio, passa la variante urbanistica, le opposizioni danno battaglia Breaking news, Cronaca

Firenze – Consiglio comunale bollente, la doppia delibera che riguarda il resort che verrà istituito nel complesso di origini medioevali di Costa San Giorgio scatena le opposizioni. A tenere testa, l’assessora all’urbanistica Cecilia Del Re, che presenta, spiega, risponde, difendendo la doppia delibera che darà via libera alla variante che dà il via libera ai Lowenstein, la proprietà della struttura venduta da Cassa Depositi e Prestiti. Alla fine, e siamo quasi alle 22 della sera del 13 dicembre,  la variante urbanistica e il piano unitario convenzionato per la trasformazione dell’ex caserma Vittorio Veneto passano. Polemiche, richieste di chiarezza, richieste di intervento, di ritorno sulle decisioni prese, persino un appello sottoscritto da alcuni fra gli intellettuali più in vista della città, della regione e del Paese, a difesa della funzione pubblica della struttura, anche i vari emendamenti proposti in aula, le domande, gli appelli, tutto cade nel vuoto. Tutto rimbalza contro la ferma presa di posizione dell’assessora e della giunta che, dopo un ampio excursus storico, fa passare il messaggio: abbiamo fatto tutto quel che si poteva.

Del resto, viene lasciata in secondo piano la ricerca delle responsabilità per aver messo l’attuale giunta in una situazione che, a dire della stessa Del Re, era già stata decisa, e che aveva provocato nei giorni scorsi una sferzante presa di posizione della ex giunta Domenici, corretta in parte in seguito. Insomma, come qualcuno ricorda, l‘accordo che nell’aprile 2014 fu definito “storico” da un’allora vicesindaco Dario Nardella che lo sottoscrisse con l’allora ministra della difesa Roberta Pinotti, riguardava 8 caserme (una abbandonata, le altre inutilizzate) sul territorio fiorentino. Sulle otto caserme che venivano trattate dall’accordo, una sola, la Gonzaga, passava direttamente al Comune, che doveva presentare entro un anno un progetto per il suo futuro, già delineato comunque nel piano urbanistico presentato nello stesso aprile dall’allora assessora all’urbanistica Elisabetta Meucci,  mentre le altre 7 sarebbero state valorizzate, magari vendute e i ricavi divisi fra Demanio e Comune. Circa l’operazione, Nardella commentava sottolineando che le otto caserme, ridotte a buchi neri nel tessuto cittadino, sarebbero state restituite ai fiorentini, con un mix di funzioni pubbliche e private e parlava di Firenze come  “laboratorio nazionale”. Gabriele Toccafondi, allora sottosegretario all’istruzione, si spingeva ad affermare che l’operazione avrebbe permesso al Comune di valorizzare i beni non più in uso al ministero della difesa, per finalità pubbliche come in particolare “alloggi popolari o abitazioni da affittare a canone calmierato”, come scriveva in quei giorni il Corriere Fiorentino. Intanto però sembra che, a un sopralluogo che la giunta Renzi fece accompagnata, fra gli altri, dalla Soprintendenza regionale nel complesso della caserma Vittorio Veneto, il governo cittadino valutò che l’esercizio di un eventuale prelazione per l’acquisto avrebbe comportato un impegno troppo oneroso e insostenibile per le finanze del Comune, a quei tempi impiccati dal Patto di stabilità. Sembra che la sola ipotesi del servizio di sicurezza che avrebbe richiesto la struttura, avrebbe mangiato buona parte del bilancio comunale d’allora. La destinazione fu definita a seguito di un concorso internazionale di idee, lanciato nel 2015, per l’individuazione delle funzioni compatibili con il contesto. Così, nel 2016, la famiglia Lowenstein acquistò l’immobile dala cassa depositi e prestiti per 19 milioni di euro. La variante urbanistica approvata oggi dal Consiglio comunale era stata adottata nel 2020.

A dare il la nel pomeriggio era stata la dichiarazione del sindaco Dario Nardella: “Siamo fermamente determinati ad andare avanti con questa operazione di salvaguardia, restauro e valorizzazione del complesso di Costa San Giorgio, che fa bene al patrimonio storico-artistico della città, fa bene al suo sviluppo e al lavoro. Anche perché, grazie al nostro intervento, evitiamo che si raggiunga un livello irrimediabile di degrado della struttura. Dopo che molti anni fa, lo Stato si è letteralmente disfatto di Costa San Giorgio, siamo intervenuti su quella che, ricordo, è un’opera privata. Nonostante questo abbiamo introdotto limitazioni molto incisive per una fruizione pubblica, tanto che i fiorentini, che per quasi 200 anni non hanno mai messo piede nella caserma Vittorio Veneto, grazie al nostro intervento potranno usufruire di molte parti di questo complesso nonostante che la proprietà sia privata. Inoltre – prosegue il sindaco – noi non solo non cambiamo una virgola di questa struttura ma recuperiamo uno scempio che si è consumato per decenni, nel silenzio di tutti, e lo facciamo con una straordinaria opera di restauro e recupero, oltre che di valorizzazione storico-artistica. Tutto questo peraltro darà straordinarie possibilità di sviluppo e di lavoro.  Si creeranno ben 1000 posti di lavoro, 500  per tutta l’attività edilizia e altri 500 per la gestione della  struttura che andrà a qualificare il complesso ricettivo della  città con opportunità di lavoro soprattutto per i giovani”. “Perciò  – ha concluso il sindaco – se per dare lavoro ai giovani noi possiamo  approfittare del recupero di un patrimonio che è rimasto  abbandonato per decenni, noi siamo convinti di andare in questa  direzione”. Quanto alle rilevazioni critiche delle opposizioni, ai documenti sottoscritti da storici dell’arte, ex ministri ecc, comitati, associazioni cittadine, urbanisti e persino un intervento del priore di San Miniato, Nardella è tranchant: “Non ci piegheremo mai alle  pressioni conservatrici dei soliti comitati del no che dicono no  a tutto. No a Vittorio Veneto, no alla ruota panoramica, no alle  infrastrutture. Se in sette anni e mezzo di sindaco avessi  dovuto ascoltare questi soggetti a Firenze non avrei spostato  neanche un paletto. La nostra posizione è chiara”. Aggiunge: “Ho ricevuto un mandato che è quello di dare  una destinazione a tutti i ‘buchi neri’ della città. Non c’è più  un’area rilevante della città rimasta abbandonata, senza  progettualità. La polemica sterile non serve alla città, siamo  tranquilli e determinati ad andare avanti in questa direzione  che è stata riconosciuta positivamente anche dalla stessa  Soprintendenza. I membri del comitato del no hanno sempre avuto  la stessa posizione sulla città”.

Da parte delle opposizioni, tuttavia, si è ben decisi a vendere cara la pelle. Dalle criticità dovute alla fragilità del sistema idrogeologico dell’area conosciuta come “Poggio delle Rovinate”, alle richieste di modifica per le quote di destinazione d’uso e dei giorni dedicati all’entrata dei cittadini, fino al tema di fondo, puntualizzato dal consigliere Dmitrij Palagi e da Antonella Bundu alle 21,17: no, non è che si tappano i buchi neri della città con la trasformzione delle strutture abbandonate, di pregio, in resort di lusso. Molto più che stizzita la reazione della cnosigliera Pd Donata Bianchi, che dice al consigliere Palagi di “smetterla con le offese”, . Il consigliere 5 stelle Roberto De Blasi mette il punto sulla irrilevanza in cui la giunta a suo parere ha tenuto le opinioni delle opposizioni e delle associazioni cittadine. I consiglieri del Centro, Ubaldo Bocci ed Emanuele Cocollini, ritengono sia giusto “tutelare un investimento privato, garantendo tuttavia la fruibilità del bene ai cittadini”. Dalla Lega, arriva un netto no: “La pandemia ci ha insegnato che i luoghi di interesse storico culturale vanno valorizzati, non venduti al miglior offerente. E se anche questo accade per motivi di forza maggiore, il Comune deve avere la forza di contrattare per ottenere un risultato positivo per i fiorentini”, dice il capogruppo Federico Bussolin. “Invece – continua Bussolin – l’unica risposta di Nardella è stata, per mezzo dell’assessore Del Re, quella di un palleggio di responsabilità che ha scomodato anche l’ex Sindaco Domenici, lasciandoci con l’unica considerazione auspicata da ogni angolo del mondo: il Comune può ancora azzerare la proposta di delibera e attivare una nuova procedura con lo scopo di restaurare gli ex conventi in Costa San Giorgio; è inutile dar la colpa ai fantasmi”. Intestandosi la maggior parte degli emendamenti e delle osservazioni, è la coppia d’opposizione di Spc Bundu-Palagi a dare di più filo da torcere alla maggioranza, come testimonia anche qualche reazione un po’ nervosa: “”La coppia Assessora-Sindaco si dichiara insofferente alle voci critiche. Delegittimare chi ha dubbi, invece di ascoltare chi solleva perplessità: questa è la cifra della Giunta e della maggioranza”, dichiarano in una nota i due consiglieri della Sinistra.

 

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