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Dall’arte la rinascita: a Casal di Principe i capolavori di Uffizi e musei campani‏ Cultura, Società

Firenze – “Siamo preoccupati. Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”. Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che è la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”. È l’inizio della lettera Per amore del mio popolo che Don Peppe Diana scrisse per gli abitanti di Casal di Principe nel 1991, tre anni prima della sua barbara uccisione per mano della camorra.

Oggi la cittadina aversana che gli dette i natali ospita una mostra che celebra il primato della luce sull’ombra, della legalità sull’illegalità “La luce vince l’ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe” allestita, è la prima volta in Italia, in una villa confiscata alla camorra e  a lui dedicata, fino al 21 ottobre. Curata da Antonio Natali direttore della Galleria degli Uffizi con Marta Onali e da Fabrizio Vona, Direttore del Polo Museale Regionale della Puglia, con progetto di  recupero del bene ed allestimento di Raffaele Semonella e Giuseppe e Costantino Diana, la mostra è il 18° appuntamento de La Città degli Uffizi  ed è composta da  diciannove opere di pittori seguaci di Caravaggio legati all’ambiente napoletano, dal XVII al XX secolo.

Oltre alle otto opere provenienti dagli Uffizi, tra cui “Vanità”“Cristo e la moneta” di Mattia Preti, “Carità” e “Autoritratto” di Luca Giordano, “ Santa Caterina D’Alessandria” di Artemisia Gentileschi, “Giocatori di carte” di Bartolomeo Manfredi e una copia dell’”Incredulità di San Tommaso” del Caravaggio, in prestito anche “Fate presto” di Andy Wahrol  dalla Reggia di Caserta dedicata al terremoto in Irpinia, dal Museo Campano di Capua la statua in tufo della Dea del Mattino,  “Matres Matutae” e altre opere dal Museo di Capodimonte come “Parabola di San Matteo” di Salvator Rosa e “ Cristo legato” di Jusepe de Ribera  dalla Quadreria dei Girolamini.

“ La luce che il titolo dell’esposizione evoca – ha sottolineato Antonio Natali – è quella del Prologo di Giovanni, quella che splende nelle tenebre, è la luce del Verbo che s’incarna e che il mondo stenta ad accogliere. Ma nel nostro caso è anche la luce dell’etica e della civiltà”. Una mostra, simbolo di rinascita che vede come ambasciatori, un’ottantina di giovani del territorio, senza carichi penali e privi di legami con la camorra, occupati nell’accogliere i turisti in visita alla mostra e con il compito di “narrare” una realtà diversa, fatta di eccellenze locali, di vittorie dello Stato e di sfide contro la camorra che hanno avuto buon esito. E’ a Firenze che è iniziata la formazione di questi giovani, lo scorso maggio, agli Uffizi hanno incontrato il direttore che ha illustrato il significato della collana Città degli Uffizi e parlato dell’attentato mafioso del 1993, oltre alla parte scientifica della mostra in oggetto. Tra le opere in mostra infatti  figura anche la video installazione di Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi, Art Media Studio, dedicata all’opera di Gherardo delle Notti, opera gravemente danneggiata in occasione dell’attentato agli Uffizi, dal titolo “ L’adorazione dei pastori di Gherardo delle Notti. Una luce nuova” che anche Roberto Saviano ritornato a Casal di Principe in occasione della mostra ha potuto vedere ed apprezzarne la carica emotiva.

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