
Parigi – Mentre non si calmano le polemiche per la mancanza di maschere sufficienti per il personale sanitario, è stata annunciata in Francia la prima morte legata al coronavirus di un medico. Il personale sanitario è molto preoccupato e chiede al governo misure più restrittive.
Oggi un paio di sindacati di medici si sono addirittura rivolti al Consiglio di Stato per chiedere provvedimenti “radicali” in modo da “prendere il controllo sull’epidemia”. Nel loro ricorso sottolineano “l’incoerenza” dei messaggi politici, con il governo che da una parte sollecita ad andare al lavoro o a svolgere qualche attività fisica all’aperto e dall’altra invita a restare a casa.
Nel ricorso, che verrà esaminato domani dal Consiglio di Stato, si accusano il primo ministro e al ministro della sanità di mettere a repentaglio il diritto alla vita. Queste associazioni chiedono non solo un coprifuoco su tutto il territorio ma anche la chiusura dei mercati e il blocco delle consegne e l’affidamento allo stato della distribuzione alimentare.
Domani il governo dovrebbe annunciare intanto di quanti giorni sarà prolungato il confinamento, inizialmente limitato a due settimane, e probabilmente anche un nuovo giro di vite per cercare di isolare al massimo il contagio. E’ anche probabile che le misure di coprifuoco, al momento concentrate soprattutto nel sud, vengano estese ad altre zone del paese. La Francia, che si attende una forte recrudescenza la settimana prossima, ha già superato i 15.000 casi di contagio. I morti sono arrivati a 562 di cui 112 nelle ultime 24 ore.
Si comincia intanto a calcolare l’impatto che le misure prese per arginare le conseguenze economiche dell’epidemia avrà sul deficit pubblico. Le previsioni, rese note oggi dal ministro dell’economia Gérald Darmanin, sono del 3,9%. L’obiettivo, prima dello sbarco del coronavirus, erano del 2,2% dopo il 3,1% dell’anno prima.
Le preoccupazioni vanno anche al di là di quelle sanitarie ed economiche. Ci si comincia a chiedere infatti in che modo coronavirus rimi con il rispetto delle libertà, ora che il parlamento ha approvato la legge che instaura “uno stato di emergenza sanitaria” che potrebbe anche portare a un restringimento dello spazio democratico. La legge prevede che il governo possa imporre, via decreto, il confinamento dei cittadini, ferie obbligate, o la requisizione di beni.