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Dialogo interreligioso e Ramadan: cronaca di ordinaria convivenza Cronaca

Firenze – Ramadan Mubarak. Grande festa domenica pomeriggio al circolo SMS di Firenze in occasione della sacra ricorrenza del Ramadan, ovvero il digiuno dall’alba al tramonto che milioni di musulmani sparsi per il mondo osserveranno da giovedì 18 giugno all’apparire della luna nuova, per trenta giorni. Un evento organizzato dalla sezione dei giovani musulmani di Firenze, dell’associazione umanitaria Islamic Relief, con Sara Benedetti ed Esaadia Rebbani, con una raccolta fondi a favore della Siria, un Paese dilaniato dalla guerra da oltre tre anni di conflitti.

In apertura l’intervento di Hisham Al-Baroudi ,studente universitario nato in Italia che vive tra Londra e Firenze, con un papà ingegnere siriano che lavora nei paesi arabi, che ha mostrato al pubblico in sala alcune tra le più belle foto delle città della Siria:Palmira, Homs, Bosra, Aleppo con la grande Moschea vanto e orgoglio dei fedeli musulmani, ridotta a un cumulo di macerie, i viali di Damasco, oggi irriconoscibili. “Siamo al di là del Mediterraneo, la nostra terra è bagnata dallo stesso mare
che tocca le sponde italiane, aiutate il mio paese a non soffrire più,aiutando i volontari di Islamic Relief “, il suo appello in sala, molto applaudito.

Il Ramadan dunque come momento di intensa condivisione con interventi sulla pace e sul significato del digiuno dell’italiano convertito Vannuccini , dell’Imam della Confederazione Islamica del Lazio e Naima Amadour membro degli Ulema, che hanno ascoltato con vivo interesse le parole del Vicesindaco di Prato e assessore alla immigrazione Simone Faggi, che ha sottolineato l’importanza del dialogo continuo tra le comunità con le istituzioni per comprendere e aiutare a capire sempre meglio le nuove istanze sociali di chi arriva e vuole vivere nel nostro Paese. Una curiosità tra i benefattori, gli arabi insieme agli ebrei occupano i primi posti nella classifica delle donazioni e l’associazione Islamic Relief accorre in aiuto ai bisogni delle popolazioni indipendentemente dal credo religioso, come accaduto nel 2009 nei difficili giorni subito dopo il terremoto in Abruzzo.

Commozione a fine pomeriggio con la preghiera recitata in arabo:una supplica per i fratelli che soffrono e patiscono fame e miseria,affinché anche a loro Dio conceda gioia, pace e amore.

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