
Se l’universo, di cui mi compiaccio, io per comandamento del cuore lo elessi, la facoltà ho almeno di scoprirvi gli svariati sensi che voglio: ebbene, uno stretto rapporto esiste tra i fiori e gli ergastolani. La fragilità, la delicatezza dei primi sono della medesima natura della brutale insensibilità dei secondi. Ch’io abbia da raffigurare un forzato – o un criminale – sempre lo coprirò di tanti e tanti fiori ch’esso, scomparendovi sotto, ne diventerà un altro gigantesco, nuovo. Vòlto a ciò che viene chiamato il male, per amore ho perseguito un’avventura che mi ridusse in carcere.
(traduzione Giorgio Caproni)