
Firenze – Colpisce un certo parallelismo tra la Firenze medicea e i giorni nostri. Nel Quattrocento erano ragazze russe o di altri Paesi dell’est che, come la protagonista di questo avvincente romanzo storico, venivano rapite, ridotte in schiavitù e vendute nelle città europee. Oggi, sebbene in modo illegale e ,quindi, clandestino, in molte città italiane ed europee giovanissime ragazze, anch’esse per lo più provenienti dai Paesi dell’Est dopo essere state rapite o ingannate da bande criminali, vengono segregate e avviate alla prostituzione .
Ekaterina la protagonista dei questo avvincente romanzo dal titolo omonimo ( M.L:Bianchi, Ekaterina, END Edizioni), è un personaggio letterario; ma il contesto sociale in cui si svolge la sua vicenda è rigorosamente storico, a cominciare dalle figure dei più importanti esponenti i della Firenze dell’epoca come Cosimo il Vecchio. e altri personaggi famosi.
Ed è altrettanto avvincente leggere come la Firenze rinascimentale, polo d’attrazione dell’intera Europa per le sue opere d’arte, lo splendore dei palazzi, il pregio delle sue merci e la sua brillante joie de vive viene vista con gli occhi della giovane rapita da bambina in uno sperduto villaggio della steppa russa, e portata in città come schiava.
Maria Luisa Bianchi, medievista e studiosa del Rinascimento ha scritto un libro emozionante coinvolgente, in vari momenti lacerante che scorre con il ritmo di un film e di cui ci parla in questa intervista
Lei ha detto che questo libro descrive un percorso alla ricerca della libertà. Perché?
Premesso che tutte le persone dovrebbero ricercare la libertà, perché siamo in qualche modo condizionati tutti e dovremmo compiere un percorso per raggiungere quest’obiettivo importante. In particolare cosa può cercare una schiava che è stata rapita da bambina in uno sperduto villaggio della immensa terra di Russia per essere trasferita in un mondo diversissimo dal suo, se non provare a spezzare le catene che la legano a un padrone o a una padrona? Per quanto talvolta queste catene possano sembrare meno pesanti da portare, altre volte intollerabili e dolorosissime. In questo percorso è aiutata dal fatto che ha imparato a leggere e scrivere e apprezza l’arte e la cultura. Legge con la sua padrona le novelle di Boccaccio, dove ci sono fanciulle che riescono ad essere felici e anche lei vuole questo, ma le occorre tempo per prepararsi e trovare l’occasione giusta.
Ma la schiavitù, nella Firenze medicea e nelle altre città dell’Europa rinascimentale era un fenomeno occulto o era conosciuto pubblicamente?
La schiavitù in Europa non ha mai cessato di esistere. E’ falso ritenere che il cristianesimo l’abbia eliminata. Certo non assunse più le forme dell’epoca classica o quelle che saranno dell’epoca americana, con la tratta di navi cariche di merce umana. Non sono società schiavili quelle dell’epoca medievale moderna in Europa, ma società con schiavi. Il Comune di Firenze esigeva il pagamento di un fiorino, la tassa sulle schiave e il vescovo Antonino, per quanto uomo illuminato e vicino agli poveri e diseredati , accettava tranquillamente questo fenomeno, perché anche nella Bibbia era scritto così.
Un classico romanzo storico, il suo: cosa è storico e cosa è invenzione narrativa.
Come in ogni buon romanzo storico le vicende dei personaggi illustri sono sicuramente vere, così come sono vere le descrizioni dei vicoli e dei palazzi, gli abiti e le attività artigianali che pullulavano dentro le mura, anche alcuni modi di dire tipici dell’epoca. Vera è la storia di Lusanna, una donna forte e caparbia che riuscì a farsi valere in un processo contro un ricco mercante, aiutata dal vescovo Antonio Pierozzi. Certo le vicende della schiava Ekaterina sono inventate, semplicemente perché nei documenti non c’è traccia della vita di queste sfortunate ragazze, sono soltanto rammentate per il nome, la fisonomia e quanto costarono al padrone che le aveva comprate . Verosimili sono le vicende e le ingiustizie che ha subito. Gli ospedali cittadini documentano quanti figli di schiave fossero portati alla ruota dell’Ospedale degli Innocenti e quante di loro fossero affittate dall’ospedale stesso come balie.
Il suo libro permette di conoscere per la prima volta la vita di una schiava ma anche di conoscere meglio Firenze … infatti c’è anche una bella pianta della città dell’epoca.
Certo la pianta è quella del Carrocci, prima della distruzione del mercato vecchio e i quartieri del ghetto, nella zona di piazza della Repubblica, con le indicazioni delle botteghe e della case oltre che i monumenti. Di tutta questa zona rimase in piedi, solo palazzo Davanzati, che doveva essere abbattuto, ma grazie alle petizioni e insistenze di un gruppo di Inglesi fu risparmiato. Mi piaceva l’idea di far rivivere una parte della città che non esiste più e condurre il lettore attraverso una sorta di passeggiata nella Firenze del ‘400. Vista attraverso uno sguardo nuovo, quello di una straniera e schiava che viene da un villaggio di isbe, tutte uguali. Ma la bellezza può essere fruita da tutti e lei apprezza e impara a riconoscere il bello ovunque. Ekaterina non può far a meno di sorprendersi di fronte a tanta bellezza che vede sparsa ovunque, come polvere d’oro che decora gli oggetti.