Il lavoro dipendente conferma una quota intorno all’80% con un peso preponderante del lavoro a termine. Considerando tutte le assunzioni si nota il mantenimento di una quota elevata anche della somministrazione, con un orientamento alla riduzione della durata media del rapporto di lavoro; ciò dipende parzialmente dallo spostamento delle preferenze degli imprenditori verso i rapporti a termine e somministrazione come alternativa rispetto all’abrogazione dei voucher e delle collaborazioni insieme ad un effetto ciclico e al contempo al peso della stagionalità.
Fra i dati da sottolineare, emerge il ruolo della componente stagionale come testimoniato dalla quota elevata dei contratti a termine, legata ai settori di attività caratterizzati da una certa stagionalità (servizi turistici/attività commerciali, insieme al sistema moda). Da notare come la quota di occupati a tempo indeterminato è aumentata rispetto al mese di aprile (da 21,6% a 24,4%) beneficiando del consolidamento della congiuntura locale, indipendentemente dallo scenario globale diventato meno favorevole.