
Prato – Uu fatto di cronaca tristemente noto quello che accadde il 26 maggio scorso quando Federico, un ragazzo di San Miniato, dopo aver ucciso la sua ex fidanzata, la pratese Elisa Amato , si suicidò. A meno di due mesi dal tragico fatto, non mancò di sorprendere la notizia della nascita di una fondazione voluta dal padre di Federico Zini, che portava il nome del figlio.
Viola Erbucci, l’amica del cuore di Elisa, promosse a fine luglio una raccolta firme per evitare quello che lei stessa definì “un ulteriore scempio” nei confronti della cara amica , della sua famiglia, degli amici e di quanti l’avevano conosciuta e amata. Due consiglieri regionali del partito democratico firmarono e sottoscrissero una petizione online con cui si chiedeva di bloccare quell’iniziativa e alla Giunta Regionale toscana di condannarla.
Appoggiarono Viola e continuano a sostenere a raccolta firme, le associazioni antiviolenza donne del “Centro La Nara”di Prato e la “Senza Veli sulla Lingua” di Milano, le cui rappresentanti erano ieri presenti nel Salone Consiliare di Prato dove si era riunito il Consiglio Comunale cittadino. Una partecipazione non casuale visto l’ordine del Giorno presentato dal consigliere comunale del partito di maggioranza Marco Sapia e poi sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, e approvato all’unanimità, che esprimeva la contrarietà all’intitolazione di una Fondazione contro la violenza sulle donne e in aiuto ai bambini in difficoltà intitolata a Federico Zini.
Il dibattito nel Salone Consiliare, aperto dalla Presidente del Consiglio Comunale Ilaria Santi, ha visto gli interventi dei consiglieri della maggioranza Sapia, Sanòó, Lombardi, Sciumbata e dell’opposizione Pieri, Milone e La Vita, che nel corso del dibattito hanno sottolineato l’assoluta inopportunità che la Fondazione sia intitolata, come si legge nell’ordine del giorno, “con il nome di una persona che si è macchiata di un vergognoso delitto, tacendo sulla vittima e su quanto ella ha subito”.
Un decisa presa di posizione motivata dalla volontà soprattutto di non ferire ulteriormente i sentimenti dei familiari della vittima, che erano presenti nel Salone consiliare, ma anche dell’intera città che fin dal primo momento si era stretta intorno alla famiglia di Elisa.
Un ordine del giorno, inoltre, con cui si è stato chiesto al Sindaco Matteo Biffoni e alla Giunta comunale, l’impegno “a continuare con le misure di contrasto alla violenza di genere su tutto il territorio comunale, nonché a valutare quali ulteriori azioni possano essere intraprese, in base alle proprie competenze in materia, al fine di disincentivare ogni iniziativa volta ad alimentare un messaggio ambiguo rispetto alle politiche di contrasto alla violenza di genere, che punti a giustificare o riabilitare chi commette femminicidio”.
Il sindaco Biffoni, ha concluso il dibattito, sottolineando che – è inconcepibile pensare di intitolare una Fondazione contro la violenza sulle donne con il nome del carnefice che ha ucciso una ragazza,ma anche che – il lavoro fatto finora va implementato perché quello che è accaduto è il più efferato dei delitti. Siamo in prima linea per una serie di proposte normative che contrastino il fenomeno del femminicidio come la possibilità di non ricorrere al rito abbreviato. Le norme debbono essere ridefinite e ridisegnate in modo efficace, perché siano strumenti giusti. Lo dobbiamo ad Elisa una giovane donna amata da tutti e strappata alla vita troppo presto.”
A sinistra il Sindaco Matteo Biffoni,al centro la sorella di Elisa Amato, a destra Viola Erbucci