
Radicondoli – Il Festival di Radicondoli tocca quota ventinove. E fino al 2 agosto, rispetto alle precedenti edizioni, smista alcune novità che marcano il territorio e il suo potenziale, paesaggistico, naturalistico, enogastronomico. Insomma, in molti casi, si parte dagli allestimenti per muoversi nell’ambiente a contatto con la natura, sfruttando anche le risorse della geotermia, che qui gode di copiosi giacimenti.
“Quest’anno il festival – spiega il direttore Massimo Luconi – entra ancora di più dentro l’energia della terra, degli elementi naturali in un percorso poetico e sensoriale che aggiunge nuove possibilità espressive e altri momenti di riflessione intorno all’evento”. Che non dimentica la sua caratura sperimentale (contaminazioni e sperimentazioni) e neppure la sua vocazione civile, qua e là facendosi testimone delle tante tragedie che sconvolgono il mondo. Radicondoli mette a frutto il suo dispositivo panoramico e genera, per così dire, dall’interno, una parte sostanziosa del suo itinerario 2015.
Sono diversi infatti gli spettacoli, in prosa e in musica, che dialogano direttamente con i luoghi di riferimento, di cui diventano l’eco e da cui ricevono la spinta creativa. Così dopo Nada in concerto con Fausto Mesolella, ecco il trekking poetico al seguito di Laura Marinoni o il mantra di Emy Berti a spasso nei boschi intorno a Radicondoli.
Fra l’omaggio a Immanuel Kant di Renato Carpentieri e la compagnia Catalyst di Riccardo Rombi alle prese con Le fiabe italiane di Italo Calvino, il cartellone si tinge al femminili con Elisabetta Salvatori che ricorda Carlo Monni, Beatrice Visibelli che regge le sorti di Era la nostra casa, un testo scritto e diretto da Nicola Zavagli, Macha Musy che declina Io e Lilith di Luciano Violante, Federica Fracassi che con Ferdinando Maraghini incontra l’universo delirante di Dino Campana, Elisabetta Pozzi e Viola Graziosi che recitano Ghiannis Ritsos, Monica Demuru che scopre l’opera poetica dell’Abbè Pierre, e ancora Arianna Scommegna, Alice Bachi, Valentina Picello, per finire in video sulle immagini di Mariangela Melato e Lucilla Morlacchi.
Fra sessioni jazz, workshop di percussioni africane, la danza di Fatou Cissé, i tributi a David Diop e Leopold Sedar Senghor, la Villa dolorosa di Rebekka Kricheldorf (regia Roberto Rustioni) e il War now del Teatro Sotterraneo, spicca Franco Branciaroli che, da par suo, dà voce alle Lettere a un giovane poeta di Rilke. Mentre si rinnova l’appuntamento con il Premio Nico Garrone.
Info 0577 790800 e www.radicondoliarte.org
Foto: www.radicondolinet.it