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Figli di coppie omogenitoriali, Nardella: “Pronti a riprendere le iscrizioni” Breaking news, Cronaca

Firenze –  La convergenza c’è stata, come pronosticato da Nardella, i sindaci di Milano Beppe Sala, di Roma Roberto Gualtieri, di Firenze Dario Nardella, di Bologna Matteo Lepore, di Torino Stefano Lo Russo, di Napoli Gaetano Manfredi di Bari Antonio De Caro, riunitisi in call verso le 19.30, hanno prodotto un documento unitario sui diritti all’iscrizione all’anagrafe dei bambini e bambine, in cui si dichiara la necessità che le iscrizioni vengano riprese per i figli delle coppie omogenitoriali.

La questione anagrafe per l’iscrizione di figli e figlie di coppie omogenitoriali è stata uno dei motivi per cui il sindaco Dario Nardella, appena rimesso piede a Firenze tornando da New York, ha convocato un’improvvisa conferenza stampa. “Ho avuto uno scambio di opinioni con la giunta e in particolare con le assessore competenti, Meucci e Albanese, e posso dire che la nostra città è pronta a riprendere le iscrizioni di bambini e bambine figli di coppie omogenitoriali. Questa è la posizione che porterò alla riunione che abbiamo stasera con alcuni sindaci di città importanti, riunione nel corso della quale, personalmente proporrò di assumere una posizione unitaria come amministratori locali”, erano state le sue parole in merito.

“Come noto, il Comune di Firenze già iscriveva i bambini e le bambine figli di coppie omogenitoriali nei registri comunali. Non è una questione di governi, lo facevamo anche con altri governi, ci siamo fermati a seguito di un provvedimento della Prefettura. Nel frattempo sono successe cose rilevanti. La più rilevante, la pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato in modo chiaro che c’è un vulnus legislativo che non consente di riconoscere pieni diritti ai bmbini e bambini in questione. Nonostante la chiara, limpida esortazione della Corte al legislatore nazionale a dare disciplina a questa situazione, nulla è accaduto. Di fronte a questa inerzia, credo sia doveroso per i sindaci dare un riconoscimento a questi bambini e bambine che non possono essere discriminati rispetto ad altri bambine e bambini del nostro Comune”.

Del resto, le conseguenze che derivano dal mancato riconoscimento sono molto pesanti, “legate all’erogazione di servizi, al trattamento come veri e propri cittadini” prosegue il sindaco. La posizione che verrà portata in seno alla riunione di questa sera, “on è una posiione ideologica – spiega Nardella – l’abbiamo assunta anche con altri governi. E’ una soluzione concreta e di buon senso, presa parlando di bambini e bambine in cane ed ossa, che vivono nel nostro territorio comunale, a cui noi dobbiamo guardare negli occhi e dobbiamo avere il coraggio di prenderci le nostre responsabilità E se le responsabilità non se le prende il governo e il parlamento, ce le prendiamo noi. Perché io da sindaco e da padre non posso voltarmi dall’altra parte avendo di fronte queste bambine e questi bambini”.

“Ci siamo fermati per un motivo preciso come molti altri sindaci si sono fermati, ma vista la situazione di inerzia degli organi dello Stato e la sentenza dell suprema corte, non si può rimanere fermi e inerti. Mi auguro che con gli altri sindaci si possa prendere una posizione quanto più unitaria possibile. Se così non sarà valuteremo comunque l’ipotesi di andare avanti come Comune di Firenze, come del resto già altr comuni stanno facendo. Ha più senso se adottiamo posizioni analoghe, omogenee, come forte messaggio al Parlamento”.

“Questo mio orientamento – conclude il sindaco – non ha nulla a che vedere con la mia opinione sulla maternità surrogata. La mia posizione riguarda il riconoscimento di bambine e bambini che sono presenti sul territorio in carne e e ossa. La legge italiana già considera un reato, nel nostro Paese, la maternità surrogata. Ho sempre pubblicamente espresso fortissimi dubbi, se non contrarietà, al fatto che la maternità surrogata possa essere legittimata nel nostro territorio, se non per casi estremamente eccezionali che comunque andrebbero individuati in modo specifico. Sono due aspetti completamente diversi, dovremmo evitare qualsiasi strumentalizzazione in questo senso”.

 

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