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Fiorentina: il capro espiatorio stavolta è Salah Opinion leader

Firenze – Era già tutto previsto, recitava una canzone triste. Almeno previsto da me, giacché non ho mai creduto alla buona fede dei DLV. Ora si lambiccano congetture strane su che cosa sia successo ai telefoni e ai sistemi di comunicazione dal caso Montella al caso Salah. Io ne avanzo una semplice semplice. La “tenuta” del progetto della Fiorentina era garantita da Montella, cui i giocatori erano riconoscenti e affezionati, anche perché solo con lui (e in parte con Pradè) avevano avuto da sempre rapporti e rassicurazioni; poi è venuto il frettoloso e “colposo” licenziamento di Montella.

E qui non importa scomodare ermeneutiche del profondo per capire che i giocatori si sono sentiti automaticamente abbandonati (se non l’hanno sentito loro, glielo hanno fatto sentire i premurosi procuratori). Tant’è vero che hanno mosso i loro passi altrove anche giocatori che erano quasi assicurati alla Viola, come Montoya. E si sono subito irrigiditi tutti gli altri che erano alla vigilia del rinnovo e tutti i fedelissimi dell’allenatore (cioè, tutti!).

I DLV sapevano benissimo che tra questi c’era Salah, e hanno potuto sparare cifre da capogiro per il rinnovo del suo contratto per due ragioni: la prima, perché se Salah (caso che sapevano improbabile) avesse accettato la mirabolante offerta economica, sapevano che l’avrebbero dovuta sostenere per un anno, insieme all’esborso non indifferente di circa 18 milioni per assicurarsi l’intero cartellino, ma che poi l’anno dopo ne avrebbero riavuto con gli interessi (esattamente come è accaduto con il riscatto di Cuadrado); la seconda, è che, se Salah avesse detto no, ecco pronto un altro capro espiatorio, dopo Montella, su cui scaricare le responsabilità dei ritardi e del ridimensionamento necessario della squadra.

Trovatemi una spiegazione dei fatti più plausibile. Sono tutti “farabutti” e irriconoscenti i giocatori e gli allenatori che vengono a Firenze, da Prandelli a Neto a Salah? Oppure c’è qualcosa di almeno sospetto nell'”indignazione” dei DLV ad ogni episodio “inaspettato”? Non sarà, come ho sempre detto, che i DLV non vogliono una Fiorentina tra le grandi per non avere l’obbligo di mantenerla a quei livelli? E intendiamoci, non sarebbe mal di nulla. Ci sono anche storie recenti da raccontare ad  ammonimento: il Chievo che, per il caos del dopo calciopoli, va in Champions, viene eliminata nei preliminari e va in serie B; L’Udinese che, in Champions, viene eliminata dal Barca (quindi da una squadra dalla quale ci si poteva aspettare, eccome) e che però non ne sopporta le conseguenze psicologiche e fisiche e finisce per salvarsi a stento.

Ci sono i casi di chi fa il passo più lungo della gamba e poi è costretto a tornare al via, come si dice al gioco dell’oca. E dunque la prudenza dei DLV sarebbe più che motivata. Ma certe cose basta dirle e avvertirne giornalisti e tifosi (che era quello che chiedeva Montella), in un’opera coerente altamente morale di rieducazione alla realtà di un calcio che sopporta sempre meno gli infingimenti e le illusioni.

Perché usare i mezzucci delle indignazioni dopo i tradimenti provocati? Perché non dire chiara e tonda la verità? Chi mai non ringrazierebbe comunque i DLV per quello che hanno fatto e per quello che stanno facendo per lo stadio e per una Fiorentina “sana” e esemplare nel bilancio, anche se si dovesse ripartire dai giovani e dalle belle speranze? È vero che erano altri tempi, ma l’ultimo scudetto la Fiorentina l’ha vinto con una squadra quasi tutta fatta in casa, da Superchi, a Merlo, Brizi, Ferrante, De Sisti, Esposito, Chiarugi, Brugnera più “modesti” giocatori come Rogora e Maraschi e campioni “scaricati” dalle grandi come Amarildo. Il pubblico viola è educato a questi standard, e in questi termini capirebbe e accetterebbe un ridimensionamento della squadra.

Ma i DLV non hanno capito che a quel pubblico non si potrà mai raccontare che “per colpa di Montella e di Salah” la Fiorentina ora non otterrà i risultati di questi anni. Volete una controprova di quanto congetturo? Vediamo se quei soldi e quelle cifre “da capogiro” che i DLV avevano destinato alla permanenza di Salah li storneranno su un altro campione da 20-30 milioni. Sono pronto a scommettere che non succederà! E, presumendo di conoscere qual è il vero impegno che i DLV possono assicurare alla Fiorentina, mi auguro anche che non succeda.

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