
Firenze – Ricapitoliamo. O meglio: siccome di fatto non c’è nulla da ricapitolare (ci dovremmo limitare alla risoluzione delle comproprietà di De Silvestri e Bittante), proviamo a perscrutare le intenzioni e le disponibilità di tecnico e società. Il discorso di presentazione di Sousa merita un dieci e lode in vuota retorica e un no comment per i contenuti. L’unica cosa che riteniamo di poter estrapolare (cosa peraltro assai importante) è che Sousa non vorrà fare rivoluzioni, non vorrà imporre schemi non collaudati, insomma non vorrà tradire Montella; un po’ come Allegri l’anno scorso alla Juve dopo Conte.
La difesa sarà comunque a quattro, ed è probabile che davanti ci saranno tre centrocampisti e tre attaccanti, magari questi ultimi disposti come li disponeva Montella, con un trequartista dietro due punte mobili. L’alternativa, più congeniale al tecnico, sarebbe un 4-2-3-1: difficile a praticarsi nel campionato italiano (Benitez ne sa qualcosa) e mai osato da Montella, che due soli centrocampisti li ha schierati una volta sola in casa contro il Torino (Badelj e Aquilani). Sembrerebbe poi che ci dovessero essere meno possesso palla e niente tiqui taca, e forse una difesa più bassa. Ma questo era nelle corde anche di Montella, prima che gli infortuni e i difficili inserimenti dei nuovi centrocampisti (segnatamente Kurtic e Badelj) non lo costringessero a tornare all’usato sicuro. Infine, si sa che c’è poco da spendere e che quel poco che c’è da investire va investito sui giovani.
Bene. Non ho obiezioni. Come non ho obiezioni sulla prima mossa della società, che è quella di provare a tenere Salah ad ogni costo. Che la rinuncia a Montella avrebbe voluto dire allontanare anche tanti altri giocatori, persino quelli in procinto di arrivare (come Montoya, per esempio) era scontato. I giocatori sentono odore di smobilitazione e di ridimensionamento del progetto (su cui ancora si attende parola!), che non riguarda solo gli ingaggi, ma soprattutto le mire europee. E allora si fanno attrarre da altre sirene.
Se Salah resta (e sia chiaro, resta per un anno) è solo perché il Chelsea vuole che giochi e non vuole che vada a rinforzare la rosa di una grande; e se i DLV lo comprano, con un esborso non certo indifferente, è solo per ottenere una plusvalenza l’anno dopo. Salah, da parte sua, resta solo con un ingaggio raddoppiato e con la prospettiva di andarsene appena possibile. Queste sono le leggi del calcio, e Salah una piccola deroga l’avrebbe fatta solo per Montella e per una squadra che lo avrebbe aiutato a crescere; squadra che l’anno scorso c’era, e che quest’anno non si sa. Quando i DLV e Pradè hanno parlato di “scarsa riconoscenza” da parte di Salah verso la Fiorentina, solo perché stava meditando sul suo futuro, ho avuto l’amara conferma che eravamo come al solito a prenderci in giro. Che fosse la Fiorentina a essere riconoscente a Salah! E sono contento che, almeno per quelle che sono le ultime notizie, il teatrino degli ipocriti abbia calato il sipario.
E allora proviamo a immaginare una campagna acquisti con Salah che resta. A questo punto, confermerei l’attacco del finale di campionato, con Babacar al posto di Gila e Rossi e Bernardeschi che potrebbero tornare titolari adatti a tutti e tre i ruoli di un attacco di movimento, di tecnica e di velocità. Non dimentichiamoci che la terna Ilicic-Salah-Gila ha garantito, nelle ultime di campionato, tre reti a partita e cinque vittorie consecutive.
Si partirebbe da una base come minimo promettente. Anche la difesa, secondo me, ha poco bisogno di cambiare; anche perché non c’è sul mercato nessuno meglio di Tomovic o di Basanta che non costi almeno 10 milioni. E allora può andar bene, e a poco prezzo, Xhaka a rinforzare la rosa (ma a me non dispiacerebbe neanche valorizzare Hegazi. Con lui, ho la netta sensazione che ci disfaremo di un giocatore che andrà a far benissimo altrove). Il problema sarà invece il centrocampo. Badelj è insostituibile. Pizarro se ne va, e tra Borja e Mati uno solo potrà giocare per le caratteristiche richieste a un centrocampo forte fisicamente e veloce nelle ripartenze. Danilo sarebbe l’ideale (ma se aspettiamo dell’altro…), come ottima sarebbe l’idea Kazami. In panchina, però, non rinuncerei a Aquilani, che è l’unico, tra quelli a disposizione, a saper giocare da centrale di “quantità” e ad avere i tempi degli inserimenti in attacco.
Poi ci vorrebbe un buon “panchinaro” giovane. Non Vecino; forse meglio Salifu o Bakic (o Brillante). Oppure qualcuno da comprare vendendo Vecino, Salifu, Bakic e Brillante. Come riserva per l’attacco, riprenderei Rebic. È presto per bocciarlo, e il 4-3-1-2 giocato a alto ritmo e con spazi larghi per le punte gli calzerebbe a puntino. Non comprerei Destro né investirei su altri attaccanti costosi avendo in casa Babacar e Rossi. Tutt’al più riconfermerei Gila per un anno. Come portiere in alternativa a Tata preferirei Mirante. E a quel punto rinuncerei a tutti gli altri: a Vargas, con dispiacere, e a Gomez con sollievo, sempreché qualcuno lo voglia. Come si vede, chiedo il minimo: per un immediato futuro da sesto posto (nella migliore delle ipotesi) e per un progetto che non finisca come comincia.