
Firenze – Una folla che ha voluto dire no al razzismo, che ha sventolato le bandiere, intonato canti e proclamato slogan per dire a tutti che Firenze è una città aperta e solidale. Che si ammanta di valori contrari all’oscurantismo e a chi pensa che esista solo una categoria, una specie, una razza degna di essere detta umana. Non è così, grida Firenze, e lo dimostra scdndendo in piazza, oggi, 27 giugno, con le sue istituzioni, con l’Anpi, con la Cgil, con le associazioni, con l’imam nonchè presidente dell’Ucoii Izzedin Elzir, con il sindaco Nardella, con il presidente Rossi, con il rettore Luigi Dei, con tutti quei cittadini che in massa (le sottoscrizioni erano arrivate a 2500) conosciuti e sconosciuti, avevano sottoscritto l’appello contro il razzismo. E anche con quelli che oggi hanno voluto esserci, per non demandare a nessuno il compito di dire no al razzismo.
“Tutti i cittadini sono uguali”. E’ questo, l’art. 3 della Costituzione, è questo il leit motiv della manifestazione. Contro quella proposta del ministro Salvini di creare liste di censimento per i rom, troppo sinistramente simili ad altre, di liste, che raccoglievano i nomi degli ebrei.
Ma soprattutto contro qualsiasi discriminazione che passi per colore della pelle, religione, provenienza fisica. C’era anche un folto gruppo di rom, a manifestare, nell’occhio del ciclone in questi ultimi giorni. e dal palco arrivano le parole di Nardella, sul ruolo che può avere Firenze nella costruzione di un’alternativa democratica, mentre il governatore Rossi promette: “Mi batterò per una legge sullo ius soli”, ricordando che solo in Toscana ogni anno nascono 5.700 bambini non italiani, che devono aspettare 18 anni per poter iniziare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza.