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Firenze si svuota? Bettini: “In gran parte un effetto ottico” Breaking news, Cronaca

Firenze – Firenze si svuota? Un errore di lettura sui dati statistici, secondo la vicesindaca Alessia Bettini. La domanda d’attualità, sulla base delle notizie apparse sulla stampa cittadina (Stamptoscana e Corriere Fiorentino) è posta dal consigliere di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e investe la questione da due punti di vista: il primo, se l’amministrazione conosce il problema e cosa faccia per arginarlo, il secondo, se ha previsto, prevede o prevederà momenti di ascolto e confronto con i cittadini, i comitati e le associazioni. Riguardo al primo punto, secondo la risposta della vicesindaca, lo sbaglio sta nell’intepretazione dei dati.  “A Firenze negli ultimi 4 anni si è verificato un incremento di verifiche di residenza a cura dei servizi demografici – dice Bettini questa attività ha avuto la conseguenza di cancellare dall’anagrafe, a partire dal 2017, ben 21.205 persone, di cui 9.272 stranieri, pari a 46,1% del totale degli irreperibili. A queste 21.205 persone in meno dal punto di vista amministrativo, non corrisponde un uguale calo demografico reale, nello stesso arco temporale 2017-2020. Tale calo infatti è in gran parte un effetto ottico della concentrazione delle pratiche amministrative negli ultimi anni. Si tratta spesso di persone non più presenti a Firenze da molti anni. Tenuto conto di questo, appare chiaro che il calo dei residenti che si osserva negli ultimi due anni, viene molto ridimensionato se non addirittura azzerato, e viene molto ridimensionata la gobba di crescita che si osserva dalla metà degli anni 2000”.

Secondo l’Istat, d’altro canto, la perdita media di residenza a livello italiano, nel biennio 2019-2021, è nell’ordine dello 0,6%. Se si accede agli open data di Milano, la perdita di residenza è, nello stesso periodo, dello 0,85. A Bologna, dello 0,15%. A Firenze, del 2%. Secondo quanto detto dalla vicesindaca, si dovrebbe pensare che i dati di Firenze non sono “puliti”. In altre parole, la diminuzione di residenti pur restando la stessa, rimane indeterminato l’arco di tempo in cui potrebbe essere avvenuta, causa aggiornamenti dall’anagrafe, in seguito a controlli che avrebbero evidenziato la scomparsa anche precedente, non ancora aggiornata, di residenze. La domanda, direbbe qualcuno, sorge spontanea: perché mettere allora i dati in rete, senza specificare a quanto ammonta la quota inserita in seguito a questa tipologia di controlli? Vale a dire la quota di residenti la cui “scomparsa” non è databile con sicurezza? “La trasparenza e precisione su questi dati – dice Grazia Galli di Progetto Firenze – sono importanti per le finalità delle politiche amministrative e per la comprensione delle dinamiche cittadine in modalità accessibili a tutti. Il punto è capire quanti se ne sono andati e quando, e la tipologia delle famiglie che hanno lasciato Firenze. A maggior ragione diventa importante procedere quanto prima al censimento preannunciato per ora per il solo quartiere 1, che forse sarebbe opportuno estendere a tutti i quartieri”.

“Secondo i dati, si può dire che l’andamento demografico di Firenze appare nel complesso stabile e in linea con quelle che sono le tendenze demografiche note a livello italiano, che registrano purtroppo un saldo naturale negativo, ormai dagli anni ’70, e un saldo migratorio moderatamente positivo. Il 2020 poi è un anno del tutto eccezionale, per gli effetti devastanti del covid 19. Infatti, alla diminuzione delle nascite, che ci accomuna  a un trend nazionale – conclude Bettini –  si lega un peggioramento migratorio dovuto ovviamente alla situazione d’incertezza e alla oggettiva difficoltà degli spostamenti internazionali”.

Infine, sull’ultimo punto, vale a dire sulla partecipazione di cittadinanza, comitati e associazioni al programma urbanistico che trasformerà Firenze,è già stato previsto, dice Bettini, un percorso partecipativo. “Circa quello che è il nostro modello di sviluppo e di visione di città, ricordato più volte dal sindaco, non vorrei tornare a soffermarmi. Per quanto riguarda il secondo punto – partecipazione e ascolto dei cittadini – si sta all’interno del percorso partecipativo, con il primo incontro giovedì prossimo, ci saranno molti momenti di confronto con la cittadinanza, sia online che, auguriamocelo, da maggio in presenza, e saranno occasioni di confronto. Massima disponibilità da parte nostra a incontrarci con la cittadinanza e le associazioni”.

La risposta della vicesindaca non soddisfa che parzialmente i consiglieri di Spc, Palagi e Bundu. In una nota, i due consiglieri della Sinistra replicano alla vicesindaca Bettini: “Per la Vicesindaca i dati si spiegherebbero solo con ragioni di tipo tecnico-burocratico e la nostra città sarebbe in linea con il resto del Paese. Peccato che vengano cancellate le residenze di chi vive in città”.

Il vero problema, continuano i consiglieri di opposizione, è che non si vogliono vedere alcuni, peraltro annosi, problemi che rendono difficile vivere in città, in particolare a famiglie con basso reddito e figli minori.  Dato, questo, emerso dal servizio di statistica comunale. “Il fatto che per vivere a Firenze non basti lavorate a tempo pieno e indeterminato è una questione? Evidentemente no – dicono Bundu e Palagi – il tema dei servizi che mancano, così come la non vivibilità di intere zone del tessuto urbano, sono solo un’invenzione della cittadinanza?
Che tipo di ascolto arriva alle richieste dal basso? Che ruolo si prevede per i consigli di quartiere e lo stesso consiglio comunale, che nessun sondaggio e percorso di ascolto può sostituire?”.
Inoltre, Spc ricorda una vicenda emblematica: “Ricordate la vicenda del bambino di due anni nato e cresciuto a Firenze, cittadino italiano, a cui era stata cancellata la residenza? Si è trovata soluzione solo dopo due question time e la mobilitazione dei movimenti per il diritto all’abitare.
Come lui, la stessa sorte tocca a tante persone, colpevoli di vivere in un immobile occupato e per questo disconosciute come esseri umani (per la burocrazia loro non esistono). Queste donne e questi uomini sono presenti sul territorio. Davvero la Giunta vuol usarli per dire che la loro rimozione giustifica i dati elaborati dall’Associazione Progetto Firenze, sulla base di quanto pubblicato dall’ufficio statistica del nostro Ente?”.
“La negazione del problema ci preoccupa – continua la nota – anche perché niente è stato fatto per le false residenze in centro storico, come ci è stato detto l’anno scorso. La ragione? Non c’è abbastanza personale, come probabilmente non c’era neanche quando il Sindaco ha fatto i suoi annunci qualche mese fa, guardando più all’apparenza che alla sostanza”.
“La pandemia Covid-19 sembra non esistere – conclude la nota – anche sulla partecipazione siamo preoccupati. A fronte di associazioni e comitati che chiedono forme attive di coinvolgimento e discussione pubblica, si risponde con il nuovo piano operativo, invitando le persone a controllare i calendari pubblicati sui siti, per poi attraversare modalità già conosciute. Chiediamo quindi a tutte le realtà che si occupano della vivibilità del nostro territorio e del diritto alla casa di continuare a far sentire la loro voce e le loro ragioni. La città ha bisogno di tutte le energie e le idee che Firenze ha”.

 

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