
Se le cause non sembrano direttamente legate a rivendicazioni salariali, l’episodio è comunque la cartina tornasole dei sommovimenti che stanno iniziando ad agitare il tessuto produttivo cinese. Certo è che l’incidente non può essere catalogato come uno degli “incidenti di massa” che sempre più spesso coinvolgono le industrie cinesi: bastano le dimensioni dell’azienda (79mila dipendenti per quella che è una “fabbrica città”) e la sua importanza – anche simbolica – a spiegare la rilevanza dell’episodio. Come spiega Repubblica, “La terza generazione di operai cinesi, nata da operai partoriti da operaie, non accetta più di morire giovane alla catena di montaggio per pagare i debiti del capitalismo occidentale e lustrare la gloria del comunismo” di Pechino.
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