
I tempi della demolizione dell'antico centro si svolsero fra il 1865 e il 1895. Il giornalista Jarro (Giulio Piccini, 1849-1915), denunciando in Firenze sotterranea (1881) le terribili condizioni di vita della popolazione e la diffusa criminalità del quartiere, aveva aiutato non poco nell'accelerarne lo “sventramento” per la successiva ricostruzione con nuovi edifici. Nel giugno del 1885 tutta la popolazione della zona era stata evacuata.
Ecco di Firenze sotterranea un brano in cui si descrive la vita in via di Malborghetto (un pezzo di quella che oggi è via de' Macci), chiamata così per la presenza delle case misere della popolazione più povera della città.
«In Malborghetto ho trovato una famiglia, composta di sette persone, e tutt'e sette, uomini, uomini, donne , fanciulli, dormono in un letto solo: e il letto è posato sulla bodola di una sentina. Il puzzo fa spiritare. Son tutti mezzi ciechi: hanno la pelle spungosa, scagliata come i rettili e le testuggini. In certi stabbiòli, con le mura smattonate, con scale, come sono generalmente tutte le scale di quegli abituri, non solo orride e nere per sozzure d'ogni maniera, ma tutte sbrecciate, sbezzicate, sono quattro o cinque donne, citrulle, inebetite, a forza di star lì nel tanfo e tra l'infezione; alcune con bambini pendenti al seno flaccido e asciutto, e che paiono aborti di batracei.
Vi sono famiglie che dormono sotto le fogne, in sotterranei, in cantine: se la notte scroscia l'acqua di repente, e essi nel giorno non hanno riparato, alzando le bodole nel cortile che sovrasta la camera, l'onda dilaga ne' giacigli, si svegliano bagnati sin all'ossa, circondati dall'acqua. È, per Dio, un obbrobrio; è ignominoso che debban vivere così tante creature umane!»
immagine: edizione del 1900 di Firenze sotterranea (Editore Bemporad) http://goo.gl/9fLCr