
Firenze – Chi dice che per la Grecia sarebbe la fine se uscisse dall’Europa ha senz’altro ragione; ma. Ma, in quanto le previsioni targate Coldiretti che riguardano settori importantissimi dell’economia agroalimentare italiana che potrebbero entrare in rotta di collisione con una svalutatissima valuta greca, non sono affatto rassicuranti, almeno per noi. Forse per la Grecia un po’ di più. Intanto, l’analisi di Coldiretti prende in considerazione un settore in cui, Grexit o non Grexit, la Grecia sta giocando quasi senza rivali (seconda dopo la Spagna, prima della Tunisia), vale a dire l’importazione di olio d’oliva. I numeri? Eccoli: causa, va detto, dell’effetto combinato crisi- calo produttivo dovuto all’annata no (meno 35 per cento sui raccolti nazionali con una produzione che è scesa nel 2014 sotto le 300 mila tonnellate), la Grecia, nel primo trimestre 2015, ha aumento le esportazioni di olio di oliva verso il nostro Paese del 569 per cento. Scenario che si farebbe inimmaginabile se ci si mettesse anche la svalutazione conseguente all’uscita dall’euro.
Ma non finisce qui. Infatti, secondo Coldiretti, dovremmo prepararci, nel caso di Grexit e successiva svalutazione, all’invasione di pesce e frutta dell’Ellade. Invasione che del resto è già cominciata: nel primo trimestre 2015 le importazioni sono aumentate dell’84 per cento. “Una situazione che rischia di mettere in crisi comparti determinanti per l’economia agroalimentare nazionale soprattutto se – paventa la Coldiretti – ci sarà l’uscita dall’Euro con la relativa svalutazione”.
I dati che riguardano lo scambio commerciale fra i due paesi non sono, già da ora, per niente incoraggianti, dice Coldiretti.
L’Italia avrebbe infatti importato dalla Grecia prodotti agroalimentari per un importo di 720 milioni di euro mentre ha esportato per circa 602 milioni di euro nel 2014. “Si tratta di importi estremamente limitati rispetto agli scambi commerciali complessivi dell’Italia che nel 2014 ha raggiunto il record storico di esportazioni agroalimentari a 34,3 miliardi di euro. Tuttavia gli scambi commerciali tra Italia e Grecia sono concentrati in specifici settori sui quali possono verificarsi tensioni”, spiega Coldiretti.
I settori su cui si “gioca” la partita greca sono infatti storicamente propri anche dell’Italia, che ora importa dalla Grecia principalmente prodotti ittici (30%), olio d’oliva (21%), cereali (12%) e prodotti lattiero-caseari come yogurt e feta (11%). Dal canto suo, l’Italia nel 2014 ha esportato in Grecia carne fresca e stagionata (12,4%), caffè (11,8%), mangimi (9,8%).