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I dieci anni di Stamp Toscana Opinion leader

Firenze – Osservate bene la fotografia che fu scattata ai primi di settembre di dieci anni fa. Ci sono volti giovani e altri più maturi, colleghi di lungo corso con cui si sono condivise esperienze e iniziative di ogni genere. Tre di essi, professionisti di grande livello, ci hanno lasciato dopo aver  dato un contributo fondamentale per rendere Stamptoscana un prodotto di qualità: Paola Bortolotti, la giornalista che dialogava con artisti e poeti, pittori e musicisti; Graziano Braschi, scrittore, artista, critico letterario che ha portato al quotidiano on line idee e racconti di fatti più o meno oscuri avvenuti nella nostra città; Franco Calamai, prima firma dello sport toscano, che ha creduto nella formula di uno strumento di informazione  on line che si ispirasse alle migliori regole del giornalismo garanzia di precisione, onestà e libertà intellettuale.

E’ soprattutto grazie al loro impegno e alla loro generosità uniti all’entusiasmo di giovani che volevano mettersi alla prova in un nuovo strumento giornalistico che il 12 settembre 2011 apparve per la prima volta l’Home page di Stamp Toscana. Il nome era uscito come per caso discutendo in casa di amici su una testata che avrebbe dovuto essere internet-fit ma nello stesso tempo facilmente riconoscibile dagli utenti.

Stamp in inglese è il francobollo, strumento di comunicazione obsoleto. In italiano suona come sinonimo di giornalismo. “Toscana” (accanto in corsivo) non solo era un’astuzia di marketing considerando quanta attenzione attrae la nostra regione in tutto il mondo, ma rappresentava il sogno incompiuto di un giornale con più edizioni: Stamp Lombardia, Stamp Lazio etc.

“Stamp Toscana, periodico on  line, è nato per iniziativa di un gruppo di giornalisti, pubblicisti e operatori nel mondo della cultura e dell’economia che hanno voluto lanciare uno strumento d’informazione innovativo che guarda al mondo partendo da un forte radicamento regionale”: era questa la didascalia sotto la foto del gruppo fondatore. “Un luogo di informazione regionale – proseguiva – con una strategia innovativa basata sul mix di Informazione locale e globale, in base al principio inform local, talk global”.

A nessuno di noi sfuggiva le difficoltà di lanciarsi in un mondo molto affollato dove i grandi editori sperimentavano nuovi modelli di business con tanti piccoli operatori dell’informazione che, grazie ai bassi costi di produzione, potevano tentare la via di un giornalismo indipendente aperto a soluzioni innovative e a idee non costrette entro i limiti di spazio e di tempo della stampa tradizionale.

Grazie all’aiuto di alcuni amici sostenitori  (Alessandro Pagnini, Giuseppe Nicoletti, Anna Letizia Marchitelli, Maurizio Fanciullacci, Mauro Pocci, Anna Luisa Freschi), quella prima redazione ha potuto mettersi alla prova affrontando tutti i problemi e le sfide di una start up, consapevoli che l’avventura sarebbe finita nel giro di pochi anni in assenza di un investitore.

Un destino favorevole favorito da chi già aveva avuto fiducia nel progetto, ha fatto sì che alla fine del 2013 la testata sia stata acquistata da Energee3, azienda dell’ICT di Reggio Emilia guidata da Armando Sternieri giovane imprenditore esperto di Intelligenza artificiale che nel 2015 ha conferito Stamp alla società Thedotcompany Edizioni.

Con la redazione coordinata da Stefania Valbonesi, i collaboratori che si sono alternati nel seguire la cronaca cittadina e regionale (in particolare Patrizia Scotto di Santolo, Gabriele Parenti, Luciano Mazziotta, Giuseppe Riccobene, Laura D’Ettole e Cecilia Chiavistelli) e gli esponenti del mondo economico, culturale e politico che hanno accettato di pubblicare le loro riflessioni sul nostro giornale, Stamp ha cercato di mantenere la linea editoriale delle origini resistendo alle enormi pressioni competitive che attraversano lo strumento digitale e la situazione di monopolio della pubblicità e della diffusione delle informazioni da parte dei grandi player mondiali.

Animati dalla incrollabile convinzione che il dibattito pubblico in una democrazia avanzata ha bisogno di un giornalismo di qualità in grado di fornire fatti e analisi condivisi al di là del soggettivismo aggressivo e invasivo proposto dai social media, noi di Stamp proseguiamo sulla nostra strada con la certezza che anche il nostro lavoro contribuirà a ricreare un settore dell’informazione capace di generare  le risorse necessarie per crescere.

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